Regia di Cyrus Nowrasteh vedi scheda film
Filmetto senza grandi ambizioni con ambientazioni esotiche e qualche spunto interessante. Sceneggiatura da rivedere e situazioni poco verosimili.
Far parlare Gesù di Gesù dev'esser sembrata una grande idea agli sceneggiatori. Soprattutto dal momento che il buon Jim sembra alquanto convinto di ciò che professa, anche nella vita vera.
Movente a parte, il film parte come un classico di rapimento e riscatto, salvo poi volgere al thriller politico internazionale. In entrambi i generi, comunque, ha poco da dire. Anzitutto, sovvertendo il clichè che vuole assai più difficile realizzare un buon finale, anzichè l'inizio, qui è proprio la prima parte quella più soporifera, sconclusionata e inverosimile. Se all'inizio vien voglia di sorvolare, proseguendo nella visione emergono elementi che soccorrono: per esempio, una discreta fotografia, che rende adeguatamente il contesto, e personaggi che sembrano autentici e forniscono una interessante descrizione di zone del mondo difficilmente viste "da dentro".
La sceneggiatura resta su livelli assai pressapochisti, con colpi di scena alquanto telefonati e trovate a dir poco "tirate per i capelli". Troppe idee buttate dentro e non adeguatamente mescolate, è l'impressione che se ne trae.
Alla fine, più che la vicenda personale dei protagonisti, ciò che desta interesse è lo spaccato sociale di un posto che, una volta tanto, non sia la provincia americana.
Gli attori migliori sembrano decisamente quelli non americani.
Cosa resta di questa visione? Non molto, se non un po' di intrattenimento e qualche sana riflessione su realtà diverse da quelle occidentali. Non un film da raccontare o consigliare, ma, se capita... perchè no?
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