Regia di Clay Tatum, Whitmer Thomas vedi scheda film
A cavallo tra stand up comedy e musica, l’attore Whitmer Thomas mette in scena uno spettacolo sulla madre morta suicida.
Non è strano cercare di esorcizzare un lutto con una risata; è ancor più comune fallire miseramente nel tentativo: in questo senso, The golden one di Whitmer Thomas (attore noto per aver preso parte a svariate serie) è uno spettacolo davvero comune. Il protagonista mette in scena uno show incentrato sulla morte, suicida, di sua madre, avvenuta 11 anni prima; coinvolge poi il fratello maggiore, la zia (gemella della madre) con cui non parla da lungo tempo e il padre che abbandonò la famiglia quando Thomas era piccolo: il tasso di patetico, si intuirà facilmente, a questo punto ha già raggiunto il livello-reality. Al netto di una buona serie di gag fasulle e di scenette risibili (padre e figlio che si riappacificano dopo decenni giocando a golf: perché proporci questa roba?) evidentemente create ad hoc, rimane Whitmer Thomas sul palco con le sue battute e le sue canzoni: ed è qui che vengono le note maggiormente dolenti. Perché quando parla non dice nulla di divertente (che è molto diverso da “non fa ridere”: qui proprio c’è l’imbarazzo del pubblico di fronte ai suoi racconti in prima persona) e quando canta, stonato e privo di grazia nell’accostare i versi delle sue composizioni, fa persino peggio. Capire chi ha intravisto l’opportunità di produrre uno special per HBO con questo materiale, effettivamente è un mistero. 1,5/10.
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