Regia di Julien Duvivier vedi scheda film
E' un giallo dall'andamento piuttosto lento, la cui dote principale sta in quell'atmosfera leggermente stranita, e gravida di segreti e misteri che si nascondono dientro ad un'apparente imperturbabilità. Se grosso modo si intuisce via via il complotto che può esserci dietro quella strana situazione, i dettagli sono però imprevedibili, e , quando alla fine tutto viene alla luce, l'insieme fa comunque il suo effetto. Il centro attorno a cui ruota tutto il male sembra essere proprio la bellissima e ricca signora (Senta Berger) che ha fatto perdere il senno ad almeno due uomini. Gli individui in questione sono per di più tipi a loro modo poco raccomandabili. Le passioni sono poi assolute e violente, confinano nell'idolatria, e pure lei non è certamente una brava persona. Il risultato è un verminaio di gelosie, trame, omicidi, vendette.
La sceneggiatura offre anche rimandi non fuori luogo alla guerra in Algeria, e in generale offre uno spaccato raccapricciante dell'alta società.
Alain Delon dà al solito una buona interpretazione; è un attore che ha sempre l'aria di impegnarsi in quello che fa. Anche Senta Berger non è tutta e solo bellezza fisica. Sa certamente recitare, e il modo in cui respinge il marito sempre in modo diverso è ben rappresentato. Anche il cinese, tutto tranne che simpatico, lascia il segno. Ho trovato riuscite le scene, accompagnate da una musica adatta, in cui egli pettina o massaggia la bella donna, con l'atteggiamento di chi è schiavo e prostrato dalla passione per lei.
Non è un capolavoro, ma secondo me è comunque un film riuscito che avvolge con la sua atmosfera malinconica e rarefatta (che ha anche i suoi detrattori...). Gli incubi del personaggio di Delon sono ben fatti, specie quello del bar (che a me ha fatto un po' di paura).
Duvivier non fa faville ma se la cava bene, e si mantiene sui binari del tipico giallo francese di provincia. Dopo tutto, poi, non doveva essere facile far funzionare un film ambientato tutto in una villa con giardino. In ogni caso siamo anni luce lontani da Don Camillo.
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