Regia di Chris Bould vedi scheda film
Al Dominion theatre di Londra il comico Bill Hicks si scatena in un’ora e un quarto di monologo su sesso, politica, religione, droga e tanto altro, con un'unica costante: la stupidità delle persone.
Bill Hicks come comico amava stupire e sperimentare; il suo stile, come dimostra a perfezione questo spettacolo, era a metà tra stand up e cabaret: un monologo su temi impegnati e tutta una vasta gamma di mossette e faccine buffe, imitazioni di voci, tormentoni e quant’altro a corredare. In Revelations si impegna a toccare i massimi sistemi, andando a parlare solamente di sesso, politica, religione e – inevitabilmente, essendo una delle sue maggiori passioni – droga, senza insomma ricadere nella sfera quotidiana o nel personale; contro Bush, contro la Chiesa e antiproibizionista, le uniche soddisfazioni per Hicks provengono dal sesso e in particolare dal godimento sfrenato, privo di inibizioni (memorabile è qui lo sketch della capra). Roboante e caleidoscopico nei suoi momenti migliori, di tanto in tanto il protagonista affronta pause improvvise, tempi morti quantomeno bizzarri (davvero era sballato in scena, o vuole solo farcelo credere? Mistero che è giusto rimanga tale) e pecca ripetutamente di didascalismo quando insiste nell’inscenare una battuta appena chiusa (e infatti il pubblico ride la prima volta, ascoltandola, ma ridacchia alla seconda, rivedendola subito di seguito interpretata dal comico); al di là di questo, la pecca principale del lavoro risiede senz’altro in un montaggio (Craig Dwyer) ruvido – per non dire peggio – che sega a metà le risate o rende inverosimili alcuni sketch tagliando pause evidentemente eccessive. 5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta