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Kandisha

Regia di Alexandre Bustillo, Julien Maury vedi scheda film

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La recensione su Kandisha

di undying
3 stelle

L'ennesima storiella del rito con nome da pronunciare più volte (qui cinque) per evocare un demone. Un tormentone del cinema horror riproposto ad nauseam e sempre in maniera peggiore. La celebrata coppia francese Bustillo & Maury guarda anche al cinema turco, mettendo in scena un Jinn femminile vendicatore, scatenato contro il sesso maschile.

 

locandina

Kandisha (2020): locandina

 

Amélie (Mathilde Lamusse), Bintou (Suzy Bemba) e Morjana (Samarcande Saadi) - tre amiche di diversa nazionalità e "artiste di strada" - mentre sono all'opera nel realizzare l'ennesimo murales trovano scritto il nome "Kandisha", nascosto dietro un graffito. Nome che rimanda a una leggenda marocchina su una malvagia entità femminile che, se evocata, si scatenerebbe contro gli uomini violenti. In seguito Amélie, dopo essere stata brutalmente aggredita dal suo ex fidanzato, decide di evocare Kandisha: due sono i modi, con la tradizionale tavoletta ouija o disegnando un pentagramma pronunciando poi "Aicha Kandisha", cinque volte. Immediatamente, il ragazzo muore, investito sulla strada. Quando a distanza di poche ore anche Ben e Ako, amici delle tre ragazze, trovano una fine orribile, Amélie decide di rivolgersi ad un imam, nella speranza di fermare la sanguinosa catena di delitti che ora coinvolge anche vittime innocenti.

 

scena

Kandisha (2020): scena

 

Un mito arabo che tira in ballo un jinn femminile, già portato sullo schermo - in maniera del tutto differente - in un omonimo film marocchino diretto nel 2008 da Jérôme Cohen-Olivar, è alla base dell'ennesimo horror firmato dalla coppia francese Bustillo & Maury, due registi che vien da chiedersi come abbiano potuto, miracolosamente, esordire con un lungometraggio quale À l'intérieur. Unico film (ad oggi, di sette) meritevole di essere realmente apprezzato. Dall'esordio in poi, la loro filmografia è in una fase di costante declino (LividAux yeux des vivants, il segmento "X is for xylophone" in The ABCs of death 2 e Leatherface) che tocca il fondo proprio con questo Kandisha, film banalissimo e sceneggiato senza alcuna originalità, ispirato dagli ultimi inguardabili horror americani che stanno influenzando sempre di più i cineasti di ogni nazionalità (ad esempio, tra i più recenti, anche l'altrettanto brutto horror canadese ma in origine russo, Queen of spades). Qui ci troviamo di fronte a uno sputo di idea (già obsoleta ai tempi di Candyman, nel 1992) alla base di una storia prettamente infantile.

 

kandisha-1

Kandisha: scena 

 

"Facciamo un altro horror?", si devono essere detti Bustillo & Maury: "Prendiamo ispirazione dai turchi e infiliamo nel film, senza troppa logica, una mostruosa creatura femminile (e quindi femminista), un Jinn (che basta chiamare, perché appaia sullo schermo), con un look differente dal solito. Ambientiamo il tutto in una società multietnica, perché il 'politically correct' attira sempre simpatie critiche."

La protettrice delle donne abusate e maltrattate, Kandisha, presenta nelle scene inziali un look da donna velata, ovviamente con abito nero, mentre via via perde pezzi, sino al momento migliore del film quando, a seno scoperto ma con zampe da caprone, si manifesta in tutta la sua ambigua sessualità: alta oltre tre metri, possente e in grado di frantumare un corpo con i suoi zoccoli animaleschi. Una scena (l'unica) davvero ben girata, che ancora lascia intendere come i due registi volendo abbiano dote tecnica, sminuita però da scarse ispirazioni in termini di soggetti e storie da raccontare. Ci si potrebbe persino sforzare di credere, per trovare un valore aggiunto, che i personaggi messi in scena siano stati scelti perché rappresentativi di un idilliaco mondo multietnico (arabi, neri e marocchini in predominanza sull'unica francese, Amélie), ma le intenzioni di Bustillo & Maury sono piuttosto ambigue e per nulla chiare, dato che i due autori tratteggiano in seguito i ragazzi marocchini come violenti e aggressivi nei confronti delle donne. Anche la scelta della colonna sonora, con inserti di musica rap e hip hop [1], mostra un superficiale e blando (o meglio conveniente) tentativo da parte dei due autori di porsi positivamente e con rispetto nei confronti degli immigrati. Ma che dire del gore e dello splatter, dato che questa dovrebbe essere la cifra distintiva dei due registi? Ci sono entrambi ma tra computer grafica e immotivata reticenza verso l'eccesso, il tutto si limita alla già citata scena del massacro con zoccoli. 

Nel mese di agosto è in arrivo anche nelle nostre sale l'ultima loro fatica: La casa in fondo al lago. Vedremo se almeno una volta, dopo l'exploit de À l'intérieur, sapranno smentire l'ormai comune opinione che li vede (a ragione) promesse mancate del cinema horror. 

 

[1] Brani musicali inseriti nel film:

- Benz Truck (Lil Pep)

- 100 bad (Tommy Genesis)

- B.A.M. (Chief Wakil)

 

Kandisha-Trailer-700x321

Kandisha: scena 

 

kandisha-film-horror-bustillo

Kandisha: scena

 

"Ogni volta che una donna lotta per se stessa, lotta per tutte le donne."
(Maya Angelou)

 

Trailer 

 

F.P. 26/07/2021 - Versione visionata in lingua francese (durata: 84'38") / Data del rilascio (streaming, Shudder): 22/07/2021

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