Regia di Reine Swart vedi scheda film
Interessante debutto dietro la macchina da presa da parte dell'attrice Reine Swart, penalizzato però da una pessima fotografia, che arriva a sminuire la qualità di una buona sceneggiatura e le ottime interpretazioni dell'intero cast artistico.
Londra. Durante una video-chat con la madre Kelly (Mary-Anne Barlow), da tempo trasferitasi in Sud Africa, la pittrice Dianne (Coco Lloyd) assiste impotente all'aggressione di un individuo che strangola a morte la donna. Cinque mesi dopo, Dianne si trasferisce in Sud Africa dalla zia Lisa (interpretata sempre da Mary-Anne Barlow), nel lodge in cui ha vissuto anche la madre. Lisa, paralizzata su sedia a rotelle, versa in cattive condizioni economiche e intende vendere la proprietà, non prima però che la nipote recuperi oggetti appartenenti alla madre che le possano interessare. Dal giorno del delitto, Dianne soffre di incubi che si ripetono con poche varianti, nei quali si trova sempre in fuga nella foresta, inseguita da una persona dal volto anonimo. E dopo essere giunta dalla zia, le disturbanti visioni si intensificano, arrivando a coinvolgerla anche da sveglia. La terapista che segue Lisa indirizza Dianne da una fabbricante indigena di maschere, presso la quale la madre era solita acquistare manufatti.
Attrice in prevalenza di serial televisivi (presente ad esempio in Z-Nation), Reine Swart tenta di dedicarsi alla regia dopo aver realizzato un paio di cortometraggi. Per l'occasione scrive la sceneggiatura di questo Heks, low budget co-prodotto anche da Coco Lloyd (la protagonista). Forte di una idea suggestiva (artefatti, ovvero maschere e quadri, maledetti in una rielaborazione di locali superstizioni, assimilabili in qualche modo al Voodoo), la Swart dirige con cura un horror dalle ambientazioni veramente inquietanti e, soprattutto nella fase centrale, quasi angosciante per le manifestazioni di entità dall'aspetto glabro e cadaverico, pronte ad apparire in maniera inattesa (tirando via le lenzuola dal letto durante il sonno o sovrastando i protagonisti da angoli nascosti).
Di particolare rilievo appare poi l'apporto sonoro, con ritmati battiti di tamburo ed effetti sourround avvolgenti e perturbanti, ben lontano dai più usuali botti sonori da jumpscares. Heks svolge il suo ruolo d'intrattenimento egregiamente, considerato anche le limitate disponibilità date da una produzione che sembra essere stata davvero contenuta economicamente. La storia, che diventa via via più complessa tirando in ballo anche delitti compiuti da insospettabili, perde però d'effetto sulla fase finale, finalizzata a mettere in campo creature spaventose delle quali diventa impossibile stabilire identità, origine e motivazione. Mentre la scarsa definizione fotografica - dovuta a una pessima illuminazione di scena - sminuisce notevolmente il piacere della visione. Heks è un film d'atmosfera che rende bene l'idea delle potenzialità artistiche della neo regista/sceneggiatrice Reine Swart, in questo caso però rimaste parzialmente inespresse a causa di grossolane carenze tecniche.
"Ci sono molte persone nel mondo, ma tuttavia ci sono più volti, perché ognuno ne ha diversi." (Rainer Maria Rilke)
F.P. 22/12/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 82'13") / Data del rilascio USA: 14/12/2020
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