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Quella villa accanto al cimitero

Regia di Lucio Fulci vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Quella villa accanto al cimitero

di Donapinto
5 stelle

Sono sempre stato un grande appassionato del cinema horror, ma mai un fan di Lucio Fulci, tantomeno quando Quentin Tarantino riabilito' la sua filmografia, specie quella horror, per farne insieme ad altri mestieranti italiani di dubbio talento, un regista di culto. Considero il thriller SETTE NOTE IN NERO il suo unico lavoro veramente degno di nota. QUELLA VILLA ACCANTO AL CIMITERO rappresenta il terzo e ultimo capitolo di una trilogia iniziata con PAURA NELLA CITTA' DEI MORTI VIVENTI e proseguita con il sopravvalutatissimo L'ALDILA'. Qui Fulci sfrutta il tema delle case infestate e maledette molto in auge a cavallo fra gli anni 70' e 80', con una spruzzatina di zombie-movie. Il risultato e' un horror che non si risparmia in crudelta' ed efferatezze, che fara' la gioia dei Fulciani doc e degli appassionati piu' esigenti del gore e dello splatter. Io Fulciano non lo sono e lo splatter puo' anche piacermi, ma in piccole dosi. Il regista si cura poco della sceneggiatura e di una certa logica narrativa preferendo l'effetto shock, scadendo spesso nel grottesco come nella rappresentazione del mostruoso Dr. Freudstein, un essere con una testa amorfa, senza espressione e che veste, correggetemi se sbaglio, una divisa da ufficiale dell'Unione, che nonostante abbia lo scatto di un bradipo, nel finale riesce a compiere una carneficina nella cantina- mattatoio piena di cadaveri sventrati di cui nessuno si era mai curato. Nonostante tutto, l'abile Fulci rimedia con un'atmosfera malsana e angosciante, con porte che sbattono e pianti di bambini, in equilibrio fra realta' e incubo, razionale e onirico, trasmettendo antiche paure infantili, come quella dell'orco divoratore di bambini, qui rappresentato dalla creatura che una volta era il Dr. Freudstein. A chiudere, se vogliamo dire ottimisticamente in bellezza, un finale venato di grande malinconia, come spesso accade quando di mezzo ci sono dei bambini. Interpreti tutto sommato corretti, tranne che per l'inutile e inconsistente personaggio della baby Sitter, interpretato da Ania "Craxi" Pieroni, con la sua solita espressione da ebete. Film vivamente sconsigliato a deboli di stomaco e d'animo sensibile.

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