Regia di Lucio Fulci vedi scheda film
Capitolo di chiusura della trilogia fulciana, iniziata con “Paura nella Città dei Morti Viventi” e proseguita con “L’Aldilà”, che si caratterizza per una sceneggiatura (cita tra gli altri “Shining” con il bambino che parla con i fantasmi) leggermente più sviluppata del solito, ma cmq non priva di evidenti buchi (ad esempio si spiega frettolosamente la sorte del dottore che si nasconde nella cantina, il finale è talmente delirante da esser contraddittorio e poco comprensibile). Tesissimo l’inizio, memorabile l’ultima parte ambientata nella cantina dove Fulci offre forse la sua miglior regia in un horror riuscendo davvero a fare paura. Scialba e a tratti noiosa (strano per un film del maestro) la monotona parte centrale.
Le interpretazioni sono di livello inferiore rispetto ai due film sopra elencati con Malco che perde largamente il confronto a distanza con Warbeck e con Christopher George. Non brillante come al solito la fotografia di Salvati, mentre pesa enormemente l’assenza di Frizzi sostituito inadeguatamente da Walter Rizzati che compone un sound piuttosto anonimo, cosa che penalizza non poco il risultato finale. Buono il make up di De Rossi anche se il gore, pur presente, non tocca le vette ammirate con i due precedenti lavori.
In conclusione questo “Quella villa accanto al cimitero” è da considerarsi inferiore sia a “L’Aldilà” che a “Paura nella città dei morti viventi” (probabilmente Fulci ha avuto a disposizione un budget minore cosa che spiegherebbe il peggioramento sia a livello visivo che scenografico), ma presenta delle zampate da ricordare nell’antologia dello “spaghetti horror”. Voto: 7.5+
Notevole anche se a sprazzi. Nelle scene nella cantina si vede nettamente la mano di un maestro del genere. Voto: 8.5
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