Regia di Steve Grasse vedi scheda film
Sono tornate le terribili Bikini Bandits, un manipolo di ragazze spietate, dalle forme ben in vista e allergiche alla legge. Questa volta finiscono dietro le sbarre, ma sapranno riconquistare la libertà grazie al fantastico Golden Rod, un vibratore dorato.
Il progetto Bikini Bandits – serie di film diretti da Steve (Steven) Grasse – ha qualcosa di affascinante, ma anche di spaventoso: di un sessismo perfino oltraggioso, ricalca gli stereotipi del cinema di Russ Meyer (belle donnone seminude, violenza, armi, velocità, crimine), eppure privandolo dei contenuti provocatori e fondamentalmente moralistici per antitesi, lasciando solo corpi femminili seminudi in bella vista e stereotipi machisti a condire una macedonia di sciocchezze da b-movie senza fine. Tutto voluto, naturalmente, tutto calcolato – anche se non si capisce bene il perché; chi lo ha capito, beato lui, è Maynard James Keenan, cantante dei Tool e degli A Perfect Circle, che ha recitato in alcuni dei lavori di questa serie, tra i quali anche questo Golden rod. Il rod del titolo è un vibratore, chiaramente dorato, se qualcuno avesse dei dubbi. E Keenan compare in realtà insieme agli APC, qui; Golden rod è un lavoro composto da 4 cortometraggi di cui 3 dalla continuità narrativa, che raccontano la cattura e l’evasione delle Bikini Bandits, ai quali episodi si aggiunge il videoclip di The outsider (per l’appunto: degli APC), dalle medesime tematiche. Con un paio di ulteriori contributi video, il tutto è anche uscito in dvd con il titolo Lost in the Bermuda Triangle, tanto per creare ulteriore confusione attorno a un prodotto tanto confusionario di suo. 2/10.
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