Regia di Amleto Palermi vedi scheda film
Un giovane, finita la leva militare, torna in paese e trova la fidanzata sposata con un altro. Corteggia perciò un'altra ragazza, ma non si rassegna ad aver perso le speranze di riconquistare la vecchia fiamma.
Tratto dalla novella di Giovanni Verga, il film ripropone l'ormai proverbiale scontro fra pretendenti in amore che ha reso la 'cavalleria rusticana' un modo di dire corrente nel vocabolario italiano. Non si tratta della prima trasposizione del racconto su pellicola: già un paio di versioni degne di nota erano state prodotte negli anni precedenti (quella diretta da Ugo Falena nel 1916 e quella di Mario Gargiulo, del 1924). Amleto Palermi, regista popolare e di buone potenzialità, illustra senza strafare; risulta inoltre accreditato quale co-sceneggiatore insieme a Pier Maria Rosso di San Secondo e a Santi Savarino. Opera striminzita nella durata (un'ora e un quarto) e nei contenuti - in fin dei conti si tratta pur sempre di una novella -, questa Cavalleria rusticana non lascia granchè il segno nonostante la sufficiente cura nella confezione da parte del regista e del cast tecnico (fotografia di Massimo Terzano, montaggio di Eraldo Da Roma, musiche di Alessandro Cicognini, scenografie di Nino Maccarones e costumi di Gino Sensani). Fra gli interpreti si segnalano nomi di buon valore e altrettanto richiamo per il pubblico come quelli di Carlo Ninchi, Leonardo Cortese, Doris Duranti, Isa Pola, Carlo Romano e Luigi Almirante. Assistente di Palermi è Giorgio Bianchi, di lì a poco regista, noto soprattutto per una manciata di opere leggere (dirigerà Sordi, Totò, Vianello & Tognazzi, Ciccio & Franco e tanti altri). Per Amleto Palermi questo è solo uno dei quattro film licenziati nel 1939. 4/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta