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Le regole della casa del sidro

Regia di Lasse Hallström vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Le regole della casa del sidro

di scandoniano
6 stelle

Sentimenti, emozioni, profondità d’animo. È il clima dell’orfanotofrio di St. Cloud, dove la vita di molte persone si incontrano per girare intorno al magnifico dono dell’esistenza. Vi opera il dottor Larch (un Caine straordinario), padre putativo di tutti, soprattutto di Homer (un Maguire mai così “nel personaggio”), al quale il dottore comunica tutti i sentimenti insegnabili in quel contesto e soprattutto lo inizia alla professione di ginecologo/ostetrico. Ma a partire dalla visione sull’aborto, il dottore è abortista al contrario di Homer, le posizioni dei due protagonisti cominciano a divergere, fino a quando il ragazzo, ormai maggiorenne, decide di uscire dall’orfanotrofio per conoscere la vita completamente, al seguito di una coppia di sposini capitati al St. Cloud per l’aborto di lei (una Charlize Theron particolarmente brava). Il distacco è molto difficile, ma serve ad entrambi per capire molte cose sfuggite in passato, seppur a portata d’emozione. Homer impara tanto, ma non riesce mai completamente a staccarsi dalle pratiche che il dottore gli insegnò. La vita dell’orfanotrofio va avanti tra gioie e dolori. Le due esistenze, un tempo integrate, ora sono parallele, senza punti di tangenza. È l’orgoglio che divide il dottore da Homer. Un evento improvviso e particolarmente toccante capitato ad una compagna di lavoro di Homer (ridottosi a lavorare come bracciante) e la testardaggine del dottor Larch a far diventare il suo figlioccio un medico a tutti gli effetti, porterà ad un finale emozionante e ricco di pathos.
La storia emozionante e la bravura degli attori fanno di questo film un discreto prodotto, che però perde molto a causa della regia piatta e prevedibile, del ritmo monocorde, della qualità video troppo sgranata e priva di colori.

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