Regia di Frank Darabont vedi scheda film
Chilometrico film di Frank Darabont, tratto da un romanzo di Stephen King, nella fattispecie del filone “carcerario” (come già per “Le ali della libertà”), ma con il solito tocco sovrannaturale (“Shining”, “L’acchiappasogni”). “Il miglio verde” è una delle pellicole migliori tra quelle oggetto di trasposizione dei romanzi del maestro del brivido. Si parla della storia di John Coffey (Michael Clarke Duncan), un nero condannato alla sedia elettrica per aver ucciso due bambine bianche, e del suo gruppo di carcerieri, in un carcere della Louisiana del 1935. Dietro le sbarre, il carattere e soprattutto i poteri sovrannaturali dell’uomo si paleseranno chiaramente, con grande stupore di John Edgecombe (Tom Hanks) e dei suoi colleghi.
La pellicola per quanto interminabile, non annoia mai. Il film emoziona, colpisce dritto al cuore e fa riflettere sul senso della vita e sulla stupidità degli uomini, suggerendo chiaramente come la giustizia non sia di questo mondo, ma vada ricercata altrove. Grande prova corale dei numerosi attori, tra cui si segnala l’emergente Sam Rockwell e lo stesso Clarke Duncan. La storia scritta da King, come al solito priva di un uso del tempo lineare, è tutta narrata in flashback, con un meccanismo che sembra avere delle assonanze con “Titanic” di James Cameron: l’anziano testimone di un fatto storico lo narra con estrema dovizia di particolari in vecchiaia; con la differenza che qui Edgecombe, 108enne, ricava ben più insegnamenti e subisce maggiori “conseguenze” rispetto alla Rose anziana del film di Cameron.
Struggente e memorabile, un film notevole.
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