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Il miglio verde

Regia di Frank Darabont vedi scheda film

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La recensione su Il miglio verde

di alfatocoferolo
10 stelle

Splendido film più sul genere paranormale che su quello drammatico, impostato in maniera magistrale, ben recitato da tutti i protagonisti e dai profondi risvolti psicologici, filosofici e soprattutto teologici.  Nel miglio verde troveranno posto personaggi variegati dall'animo più o meno sensibile ed in grado talora di incarnare il bene puro, come John Coffey, o il puro male come Percy e "Wild Bill" Wharton (interpretato da un Sam Rockwell perfetto) che, fondamentalmente, assolvono  la doppia funzione di incarnare il vero orrore che alberga nelle carceri (non sempre coincidente con le persone lì rinchiuse) e quella di rendere il film più vivace e frizzante, alcune scene sono a livelli quasi esilaranti. Il vero protagonista però è John Coffey, un angelo dalle fattezze abnormi, spesso inquadrato in maniera tale da apparire ancor più gigantesco, dall'intelletto limitato ma dotato di una sensibilità straordinaria e capace di estirpare il male nella sua forma fisica. Ma John Coffey è anche qualcosa di più, la metafora di un dio pellegrino che è tormentato dal dolore del mondo, la cui testa è come "trafitta da pezzi di vetro" e che questo dolore ha nello sguardo intenso ed espressivo. E' questa la chiave di lettura più importante del film, intravedere dio nella sua forma più ingenua, un dio ignorante della sua identità e desideroso di terminare la sua dolorosa esperienza in un mondo costellato di anime in pena; solo così è possibile assolverlo pienamente ed accogliere anzi a piene mani i miracoli di cui è capace, perdonandogli tutto, ed è la maggior parte, quello che decide di non realizzare. Solo osservando questo film attraverso questo sguardo disincantato, è possibile apprezzarne la forza espressiva e poetica nel suggerire una visione religiosa inedita, di un dio per certi versi onnipotente ma non per questo ubiquo o tantomeno consapevole. Bravi Hanks e gli altri attori, straordinario Duncan. Voto: 8,5.

Cosa cambierei

Il finale, nel quale si tira troppo la corda sulle facoltà di Coffey e sulle conseguenze dei suoi tocchi miracolosi su Paul Edgecombe e Mister Jingles.

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