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Il miglio verde

Regia di Frank Darabont vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il miglio verde

di Donapinto
4 stelle

Ala sua seconda prova dietro la macchina da presa, il talentuoso Frank Darabont torna al dramma carcerario che con LE ALI DELLA LIBERTÀ gli aveva fatto giustamente conoscere fama e successo. IL MIGLIO VERDE e' anch'esso, come il precedente film, un adattamento tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King che da noi in Italia uscì curiosamente con cadenza settimanale (credo) in edicola. Pellicola hollywoodiana al 100%, ma nel senso più negativo del termine. Non so quanto la sceneggiatura attinga dalla storia e dai personaggi del romanzo di King, ma ci troviamo al cospetto di un'opera smaccatamente liberal e buonista da rasentare l'ipocrisia e la disonestà. Nel precedente film trovavamo un carcere di massima sicurezza disumano con un direttore corrotto e affetto da paranoia religiosa, con al seguito dei secondìni capitanati dal violento e assassino Clancy Brown. Qui troviamo un direttore depresso a causa di un male incurabile che gli sta portando via la giovane moglie e cinque secondini che operano nel braccio della morte, quattro dei quali  sembrano usciti dall'ordine di San Francesco o di Madre Teresa di Calcutta, mentre il quinto e' (come da copione) un sadico e una carogna, tanto che l'attore che lo interpreta (Doug Hutchinson) subirà vere e proprie minacce di morte per l'interpretazione troppo realistica. Darabont si affida con molta furbizia alla presenza di un inespressivo Tom Hanks, capo secondino generosissimo con i condannati a morte come non lo sarebbe nemmeno un boy scout, e alla maschera di sofferenza del gigante afro-americano Michael Clarke Duncan, detenuto prossimo alla sedia elettrica (naturalmente innocente) capace di compiere miracolose guarigioni, come ridonare la virilità perduta al nostro protagonista, resuscitare un topolino schiacciato dal secondino sadico e guarire la moglie del direttore del penitenziario. Sarò io ad avere forse un cuore di pietra, ma un'orgia così eccessiva di buoni (e falsi) sentimenti, mi da tendenzialmente un po' di nausea.

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