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Il fiore dai petali d'acciaio

Regia di Gianfranco Piccioli vedi scheda film

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La recensione su Il fiore dai petali d'acciaio

di mm40
2 stelle

Un chirurgo uccide accidentalmente l'amante, in seguito a un litigio. Fa quindi sparire il cadavere, ma la sorella di lei decide di andare a fondo nella storia e per l'uomo la situazione si complica. Altri cadaveri sono in arrivo.

 

Nei primi anni Settanta, prima di diventare un produttore abbastanza quotato (c'è la sua mano dietro gli esordi di Francesco Nuti, ma non solo), Gianfranco Piccioli si sperimentò come regista; in quattro anni (1972-76) sfornò un tris di titoli passati molto presto nel dimenticatoio e, bisogna ammetterlo, anche per evidenti mancanze registiche. Il fiore dai petali d'acciaio, seconda di queste tre pellicole, è un thriller 'modaiolo', che segue cioè un filone in quel momento di successo nel nostro cinema, puntando tutto su misteri morbosi, scandali e sangue. Così, oltre alle maldestre capacità dietro la macchina da presa, vanno riscontrati limiti - di logica, di originalità - anche nella sceneggiatura, che Piccioli ha scritto insieme a Gianni Martucci, da un soggetto di quest'ultimo: sostanzialmente non è difficile comprendere, perciò, le ragioni che hanno spinto Piccioli a cambiare ruolo all'interno dell'ambiente cinematografico. Il cast è qui composto da discrete seconde linee, da Gianni Garko a Paola Senatore, da Umberto Raho a Ivano Staccioli, con una parte anche per la 'diva' (specie a confronto dei colleghi di set) Carroll Baker. Musiche dozzinali di Marcello Giombini, d'altronde in linea con la qualità della confezione del lavoro. 2/10.

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