Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Un film che, nella migliore tradizione di Shyamalan, parte benissimo, con ottimi presupposti, salvo poi ingolfarsi un po' mano mano che passano i minuti. Non ci si annoia, ma molte scene sono un po' ripetitive, altre decisamente irritanti e la regia poco quadrata. Un buon film che suona però come un'occasione mancata.
Shyamalan è proprio quello che si può definire un regista controverso. Un regista che il più delle volte con i suoi film spacca a metà il pubblico: alcuni lo trovano un autore di genio, capace di sfornare a ritmo sostenuto un numero impressionante di film che si basano tutti su idee a loro volta geniali che disorientano e attoniscono lo spettatore, mentre altri lo trovano pretenzioso, furbo e inutilmente sensazionalistico.
Io mi trovo un po' nel mezzo. Da un lato non sono certamente un fan di Shyamalan, dall'altro non mi riesce non provare una strana e magnetica attrazione per i suoi lavori.
Eh sì, perché secondo me, i suoi soggetti, le idee nude e crude da cui partono i suoi film sono qualcosa di eccezionale, così come molti dei suoi colpi di scena finali sono sulla carta efficacissimi, ma tutte queste premesse molto raramente riescono a dar luogo a un film anche solo discreto, se si eccettuano solo due o tre titoli (tra cui spicca "The Village", il migliore del regista indo-statunitense, un film cupo e visionario che considero alla stregua di una capolavoro).
Ma perché succede questo? Perché un soggetto bomba non riesce a diventare a sua volta un film bomba se è nelle mani di Shyamalan?
E allora Perché l'Italia di Sacchi nel '94 perse con un secco 1-2 contro il Pontedera?
La risposta è semplice: come nel calcio la squadra più forte sulla carta non può credere di aver già vinto perché la partita innanzitutto va giocata senza distrazioni e con precisione, così un soggetto bomba da solo non basta per dare un film bomba, ma servono tante altre cose, in primis una bella sceneggiatura e una regia quadrata. E se la sceneggiatura e/o la regia falliscono in qualche punto, la partita si perde. O al massimo non si vince.
Ed è ciò che succede anche a questo "Old".
Ma andiamo per gradi: l'inizio è veramente promettente, con la classica famigliola prossima allo scatafascio che va su una spiaggia da sogno insieme ad altre persone, salvo poi scoprire che le loro vite sono in pericolo non perché ci sia Jason Voorhees in un angolino ad aspettarli, ma perché quest'isola ha "dei problemi col tempo". E il film continua ad acquistare punti quando arrivano i primi sentori di questa minaccia (la biondona trovata morta, i due bambini che iniziano a crescere davanti agli occhi attoniti dei genitori, la signora anziana che muore dopo una breve agonia)... insomma tutti i presupposti ci sono perché venga fuori qualcosa di irripetibile: una storia intrigante, attori in forma, delle belle musiche, un ottimo sonoro...
Ma poi qualcosa si ingolfa. Le situazioni diventano troppo ripetitive e prevedibili, segno di una sceneggiatura a mio parere non perfetta, e anche se Shyamalan prova a mantenere la tensione alta con una regia accorta, è proprio la regia a tradire in certi momenti: parte bene con un interessante piano sequenza quando la famiglia arriva in camera, poi si deteriora, e si perde in zoomate non richieste, alcuni movimenti di camera un po' confusi e a tratti da videoclip, e alcune soggettive da pedate negli stinchi (su tutte quella vista cogli occhi del padre quasi cieco che prende rasoiate su rasoiate dal medico, una scena veramente irritante). Va dato comunque a Shyamalan che, nonostante una certa ripetitività, il ritmo non cala.
E poi secondo me c'è un altro grande problema: il film non prende mai una strada decisiva; è un horror? un thriller con risvolti psicologici? un film drammatico che parla di argomenti alti come la famiglia e il tempo?
Beh, se Shyamalan voleva mettere insieme tutto ciò per me non ci è riuscito: le parti più introspettive sono un po' tirate via, mentre molto spesso è dato troppo rilievo a scene horrorifiche non richieste, specialmente se inserite in un prodotto che vorrebbe essere il più possibile maturo (la scena dell'estrazione del tumore l'ho trovata veramente di cattivo gusto).
Manca l'amalgama giusto tra certe scene più forti e la componente più intimista per poter definire veramente riuscito questo film, che, nonostante dei difetti abbastanza palesi, riesce comunque a risultare interessante in alcuni punti e a riscattarsi con un finale dopotutto abbastanza azzaccato, seppure un po' furbetto.
Un film sufficiente, niente di più e niente di meno. Intrattiene, ma, dopo tutta la benzina accumulata nei primi 30-40 minuti, la macchina inizia a perdere pezzi. Non annoia ma si rimane un po' delusi perché sulla carta si poteva fare molto meglio.
Diciamo che in questo caso il Pontedera però non ha vinto, ha pareggiato. Ma resta l'amaro in bocca.
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