Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
AL CINEMA
Shyamalan è un po' come il diavolo: forgia pentole di alta qualità, salvo poi trascurare di escogitare coperchi degni di cotanti attrezzi. Cineasta ed autore astuto e calcolatore, ma anche dotato di una capacità di costruzione di storie dalle premesse davvero intriganti, stenta talvolta a riuscire a trovare conclusioni che si rivelino adeguate a cotante premesse.
Quindi, quando tutto procede bene, come in The Village, Il sesto senso e Signs, succede che alla fine ci si sente, da spettatori, un po' presi per i fondelli, ma se ne attesta la maestria.
Altre volte al contrario proprio non lo si sopporta (E venne il giorno, After Heart, Glass). Altre ancora, come ne l'affascinante The lady in the water, nell'inquietante The visit, e in questo gioco ad incastro col tempo di Old, non tutto funziona a puntino, specie nel tirare le fila di una matassa ambiziosa e senza uscita (qui più che mai)i; ma il lavoro di fondo c'è eccome, e la direzione pure, impeccabile, di gran suggestione.
Inutile soffermarsi troppo sulla trama: o la si conosce già, o si rischia di spoilerare per cui meglio tacere. Certo il tempo è soggettivo, ma scorre per tutti coloro che vivono e respirano, seppur con tempistiche differenti a seconda che si nasca farfalla o testuggine, per citare i due probabili termini antitetici. Se cambiassero le regole del gioco a partita già iniziata, gli effetti percepiti sarebbero devastanti.
Certo poi spiegare i motivi di tutto ciò è cosa meno gradita e riuscita che narrare le prime inquietanti vicende della presa di coscienza, che in un contesto paradisiaco assai ben costruito aiutano a fare vita ad un incipit davvero solido e da horror tosto che inchioda alla poltrona. L'incipit accennato mi ha ricordato un po' L'uomo che uccideva a sangue freddo con Delon e Girardot....anche se là l'effetto "tempo" era contrario... se non ricordo male, trattandosi di una pellicola di cui serbo un gran bel ricordo, ma che ho visto davvero troppi decenni orsono.
Shyamalan non rinuncia nemmeno stavolta, come in quasi tutte le pellicole che ha diretto, ad apparire hichcockianamente in un cameo, oltre a farci partecipi di un quesito cinefilo curioso e per nulla impossibile da indovinare, utile pure quello a renderci palese l'effetto devastante di un invecchiamento precoce non solo sul fisico, ma anche sulla mente.
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