Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Guy e Prisca sono in crisi. Decidono allora di concedersi una vacanza su un’isola tropicale, insieme ai figli. Quando l’hotel in cui soggiornano gli propone una giornata su una spiaggia deserta e incontaminata, i due (+ due) non perdono occasione per concedersi una giornata di sole e relax. Non sanno che è appena iniziato l’incubo peggiore della loro vita.
Il mio incipit, ammettiamolo, fa più gola ed è più coinvolgente della pellicola di M. Night Shyamalan che, per tutto il tempo della visione ci fa solo dire, per tutto il tempo: ma cosa c***o sto guardando? Eppure gli elementi a favore, stavolta, erano tanti. Perché rovinarli mettendoli a disposizione dell’assurdo?
Nella fase di avvio della narrazione procede tutto regolarmente e alquanto per il meglio. Anche la spiega che ci viene data quando i quattro, più altri poveri sventurati che man mano si uniranno a loro, approdano sull’isola spaventosamente magica e sull’effetto che essa ha sugli esseri umani, risulta alquanto convincente. Il problema si palesa quando Shyamalan decide di mettere in atto questi catastrofici poteri occulti che la natura sembra avere in quel posto sperduto.
Tra operazioni e conseguenti estrazioni di corpi estranei di cui poi non si ha più notizia, morti improvvise poco comprensibili e alquanto inusuali, azioni estreme e sconsiderate e impazzimenti fuori dall’ordinario, per quanto si possa giustificare, se teniamo in considerazione, l’influenza dell’ambiente e tutto il resto, la repentinità degli eventi iniziali, rispetto allo svolgimento degli eventi finali, è davvero eccessiva e fastidiosa.
Direi che non ci siamo. Attratta dalla storia e incuriosita dal modo in cui il regista avesse scelto di mettere in scena il tutto, diciamo che ero alquanto galvanizzata dalla visione della pellicola in questione, sarà per questo che poi ne sono uscita alquanto insoddisfatta e delusa.
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