Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Alcuni ospiti di un esclusivo resort sono trasportati in una spiaggia ... ancora più esclusiva. Per un fenomeno imprecisato, gli esseri viventi presenti in tale località invecchiano con innaturale rapidità. Preso atto dell'incredibile e tragica situazione, i personaggi sono costretti a cercare una via di fuga; i loro nemici sono un'alta scogliera ed i mali cui un corpo ed una mente inevitabilmente, con il passare del tempo, vanno incontro. Il regista naturalizzato statunitense M.Night Shyamalan ci ha abituato ad un cinema "incisivo"; questa sua opera non fa eccezione. Uomini e donne prigionieri della spiaggia vivono nell'arco di un giorno ed una notte crescita, maturazione, decadimento fisico e morale; la gioia della maternità ed i dolori del lutto; la follìa, la serenità di una vecchiaia condivisa, la fine. Eventi ed emozioni si susseguono ad una tale rapidità da non consentire ai personaggi di elaborarne mentalmente le conseguenze. Inizialmente, i loro sforzi sono dedicati alla comprensione dei fenomeni che interessano le loro persone; successivamente, si concentrano sulla ricerca di una via di fuga. Infine, non avendo scoperto alcuna possibilità di allontanarsi dalla spiaggia, rinunciano, alcuni rassegnandosi ed attendendo tranquillamente la fine, altri sprofondando nell'abisso della follìa spalancato dalle loro ossessioni. Solo due, tra le "vittime predestinate", si salvano, grazie ad un'intuizione ed un aiuto dall'esterno, scoprendo il motivo del loro sacrificio ed impedendo che altri possano essere trasportati con l'inganno in quel luogo, in grado di accelerare il processo di invecchiamento delle cellule in virtù di un particolare magnetismo naturale. Tale fenomeno reca vantaggio ad multinazionale farmaceutica, la quale lo sfrutta per sperimentare medicinali somministrati con l'inganno ai villeggianti, persone selezionate tra malati fisici e mentali cui viene fatto credere di aver vinto un soggiorno premio presso il resort. Come il ritmo, anche la tensione è altissima, poichè lo spettatore ben comprende che il "futuro accelerato" dei personaggi sarà molto difficile; in una vita vissuta secondo i nostri tempi, è possibile prevenire e, o, curare i mali della mente e del corpo. Nel contesto tratteggiato dalla sceneggiatura ciò non è consentito. Dunque vediamo alcuni personaggi ammalarsi o impazzire molto rapidamente, anche a danno degli altri. L'autore segue, in particolare, le vicende della famiglia Cappa, composta da Guy, Prisca, Trent, un bambino di sei anni, e Maddox, una pre-adolescente. Gli adulti sono prossimi alla separazione, Prisca ha un tumore. Nel corso delle meno di 24 ore trascorse sulla spiaggia, il tumore è asportato, la donna guarisce; i due si riconciliano; Guy soffre dapprima per un calo della vista, poi, un attimo prima della fine, perde la memoria. Entrambe muoiono sereni, mentri i figli maturano. Nella loro mezza età, unici superstiti del gruppo, riescono a fuggire. Il regista dà conto dell'accelerazione del tempo mostrando gli adulti invecchiare, i giovani crescere e diventare adulti. Al maturare dei corpi corrisponde un'evoluzione - o involuzione - mentale. Dove non può la conoscenza, arriva l'istinto. Alcuni tra i personaggi sono impersonati da più attori, secondo l'età dimostrata, altri hanno il medesimo interprete. In ogni caso, i truccatori hanno fatto un gran lavoro ! Gaerl Garcia Bernal è Guy; Vicky Krieps è Prisca. Lo stesso regista appare in scena in un ruolo minore, come da sua consuetudine. M.Night Shyamalan non risparmia sequenze angosciose o comunque impressionanti (la fulminea gravidanza di una ragazza che era bambina fino a poche ore prima; le orrende deformazioni del corpo di una donna sofferente di fragilità ossea, le cui fratture guariscono quasi instantaneamente ma lasciano gli arti in posizioni innaturali). La connessione dell'influenza della spiaggia "accelerante" con le attività di ricerca clandestina condotte dall'industria del farmaco è quasi un corollario, utile per favorire un epilogo positivo, e legare all'azione umana (dettata da ingordigia e superbia) la morte delle involontarie cavie, ma non è elemento centrale. Il regista intende far riflettere sulla transitorietà dell'esistenza e sulla necessità di vivere al massimo ogni momento della vita; sulla serenità di chi si contenta. In ciò riesce, intrattenendo, appassionando, e, a tratti, angosciando, lo spettatore.
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