Regia di Enzo G. Castellari vedi scheda film
La deriva parodistica ha ormai colpito lo spaghetti western e molti dei suoi autori principali. Non si sottrae dall'influenzamento, post Trinità, neppure il bravo Enzo G. Castellari che confeziona il suo western demenziale, usufruendo di un cast artistico invidiabile da cui si sottrae all'ultimo Tomas Milian poi sostituito da Giancarlo Prete (attore feticcio del regista). Il regista romano, in verità, si era già dilettato nel western comicarolo, ma nella fattispecie esaspera i temi con una serie infinita di trovate. Si va dalla diligenza a vela che non ha bisogno di cavalli, a Eduardo Fajardo che finisce sempre in mutande sgargianti richiamate dal tema della cravatta, per proseguire con donne dalla forza erculea (Francesca Romana Coluzzi) e via dicendo. Non si spara quasi mai, mentre volano gli sganassoni. Personaggi tutti sopra le righe, con volti sacri quali Jack Palance, Lionel Stander tutti chiamanti a ridere, menare e dire battute di una comicità molto bassa. Alla fine esce fuori un prodotto che, se preso per quello che è (una parodia), regala un'ora e mezzo spensierata tra risate e movimenti ondulatori del capo per commentare assurdità incredibili. Castellari si autocita con un epilogo in una piscina pubblica dove tutti sono contro tutti (soluzione simile alla fine de I Tre che Sconvolsero il West) senza poi rinunciare alla sua solita girandola di colpi di scena. L'ultima sequenza, in un carcere che immette alla miniera d'oro su cui verte tutto il film, sembra quella di un cartone animato comico dove, di nuovo, tutte le parti in causa sono pronte a dare inizio a un'altra mega sfida. Musiche dei bravi fratelli De Angelis aka Oliver Onions.
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