Regia di Enzo G. Castellari vedi scheda film
Si vede che Tedeum è uno spaghetti western dei primi anni Settanta: si vede perchè è chiaro che dev'essere per forza già passato il ciclone rappresentato dai primi film della coppia Bud Spencer & Terence Hill, che riuscì a rinnovare un filone ormai stantio innestando una vena di comicità e di scazzottate a mani nude che aiutava anche ad alleggerire le tematiche sempre più truci del western all'italiana. Gli argomenti sono comunque bene o male gli stessi: un bottino aureo da conquistare, una lotta senza fine nella quale non ci si risparmia neppure fra parenti, un dualismo buoni/cattivi nel quale a tutti gli effetti si fatica a comprendere quali dovrebbero essere esattamente i 'buoni'. Addirittura la famiglia al centro della sceneggiatura firmata da Tito Carpi, Giovanni Simonelli, J, Maesso e dal regista potrebbe sembrare un'anticipazione di quella raccontata magistralmente da Ettore Scola, pochi anni più tardi nel suo capolavoro Brutti, sporchi e cattivi; ma qui le istanze di denuncia sociale e la satira graffiante non sono affatto di casa. Tedeum è comunque un prodottino confezionato senza troppe sbavature e, nei suoi riconosciuti limiti, apprezzabile; ciò anche grazie alla partecipazione nel cast di buoni nomi come quelli di Jack Palance, Lionel Stander, Riccardo Garrone, Renzo Palmer, Francesca Romana Coluzzi ed Eduardo Fajardo (molti sono i nomi di stampo iberico sui titoli della pellicola, co-produzione fra Italia e Spagna). Il ritmo c'è, la storia è piuttosto blanda; la risatine sono decisamente leggere ma, a dirla tutta, anche la deriva comica dello spaghetti western cominciava a stancare il pubblico. Menzione doverosa per la piacevole colonna sonora: dei fratelli De Angelis, tanto per cambiare. 3,5/10.
Nel vecchio west, a una famiglia di poveracci spetta la proprietà di una miniera; ecco subito che i disgraziati finiscono nel mirino di qualche losco truffatore.
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