Regia di George C. Wolfe vedi scheda film
Ogni valutazione andrebbe espressa mantenendo la giusta distanza. A parte che questo modo di agire è sostanzialmente compromesso alla radice dalla sensibilità individuale, così come dalla forma mentis di chi esprime il giudizio, esistono delle contingenze che rendono la sua attuazione ancora più tortuosa, per non dire impraticabile. Film che sgretolano le barriere difensive anche del più acerrimo dei recensori e interpretazioni ammalianti, che sabotano la presunta neutralità della percezione.
Nel caso specifico di Ma Rainey’s black bottom, parliamo di una pellicola onesta, volutamente delimitata ma anche in grado di offrire almeno un paio di slanci oltre la media, soprattutto dominata dalla presenza di Chadwick Boseman (Black panther, 42 – La vera storia di una leggenda americana), morto prematuramente dopo una lunga battaglia contro un male incurabile poco prima della sua uscita su Netflix. Nell’impulsività della sua interpretazione e nel suo sguardo, sempre vivo eppure contaminato da una vibrante sofferenza, è sacrosanto smarrirsi.
Chicago, anni ’20. In attesa della diva blues Ma Rainey (Viola Davis), la sua band fa le prove generali nello scantinato dello studio dove avverrà la registrazione del suo pezzo. All’arrivo di Ma, succede un po’ di tutto, gli animi si scaldano e la seduta è sempre a un passo dal saltare per colpa delle sue richieste, arroganti e continue.
Tra i vari diverbi, emerge la personalità di Levee (Chadwick Boseman), un trombettista di talento che sogna – e meriterebbe - una carriera in grande, con un gruppo al suo servizio e le canzoni scritte di suo pugno.
Ma Rainey’s black bottom è un film a raggio circoscritto ma arrangiato con un orientamento fissato su propositi lapalissiani e un’eloquenza spugnosa. Fondamentalmente, ha un impianto teatrale coeso, che permette al regista George C. Wolfe di non degenerare evitando sbandate debilitanti (vedasi i melensi Come un uragano e Qualcosa di buono), con una cornice black dalle nervature tradizionali e osservazioni funzionali.
In pratica, ha un’unità di luogo, uno studio di registrazione, e di tempo, essendo sviluppato in un arco temporale di poche ore, ruotando attorno a un singolo pezzo. Ciò non toglie che, attraverso racconti di vita espressi con una sentita partecipazione, raccolga le istanze di una comunità intera (ad esempio, con un monologo declamato a cuore aperto da Chadwick Boseman), andando ancora oltre quando impatta con la personalità di Ma Rainey, una donna afroamericana che ce l’ha fatta e ora non vuole sentire ragioni da nessuno, comandando tutti a bacchetta, ivi compresi quei bianchi di buon partito che la pagano lautamente.
Una figura prepotente, definita con estrema decisione da Viola Davis (Barriere, Le regole del delitto perfetto), in contrasto con le doti artistiche non assecondate di Levee, un ragazzo esuberante, destinato a suonare per altri rimanendo lontano dalla gloria. Proprio lui è il cuore pulsante del film, rinvigorito dalla prestazione di Chadwick Boseman, che dona tutto se stesso in un’interpretazione dall’aroma testamentario, tra tonalità dolci e scatti irruenti, un feeling naturale con la telecamera e la delusione impressa nelle espressioni fisiche.
Dunque, Ma Rainey’s black bottom beneficia di due interpretazioni con i fiocchi e in accentuato contrasto tra loro. Sfoggia un clima di generale complicità, ha una stesura condensata e componenti trasparenti, è contestualizzato e coerente, riconoscendo la frenesia del momento, così come l’insoddisfazione di chi è destinato a non farcela. Con un finale che si spinge oltre avvicinando terribilmente l’orizzonte, deliberando una condanna inappellabile nei confronti di un sistema che pensa esclusivamente a tutelare se stesso e le grandi star, divorando le potenzialità di chi non avrà mai la sua meritata occasione nonostante le promesse di rito.
Dedicato a Chadwick Boseman, un’anima nobile che ha toccato il cielo con entrambe le mani lasciandoci prima di potersi esprimere pienamente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta