Regia di Roberto Faenza vedi scheda film
Catapultato suo malgrado in un 'centro di rieducazione' per giovani, Tommaso riesce a fuggire insieme a una ragazza, per riappropriarsi della libertà e sottrarsi ai condizionamenti sociali imposti a forza.
Seconda regia per il 26enne Faenza, supersinistroide dalle idee un pelino confuse (lo dimostrerà in futuro, abbandonando via via qualsiasi preconcetto politico dalle sue opere), ma quantomeno oneste. Onesto è forse l'unico aggettivo positivo che può trovarsi per H2S, film esageratamente schierato, al punto da dimenticarsi spesso - nella sceneggiatura dello stesso regista - di stare procedendo per allegorie e per metafore, precipitando così nel didascalismo puro se non nell'invettiva priva di qualsiasi sarcasmo o doppia lettura, tutto materiale rovinosamente banale e formalmente discutibile. Incomprensibilmente la pellicola fu soggetta a un sequestro censorio davvero sciocco: approdò nelle sale soltanto due anni dopo la sua realizzazione, convincendo Roberto Faenza - nel frattempo laureatosi in Scienze politiche - ad abbandonare il cinema per dedicarsi al più appagante insegnamento. Ciononostante - e per fortuna - nel 1978 il Nostro tornerà dietro la macchina da presa, per lo stimolante progetto del documentario Forza Italia!, dopo del quale la sua carriera registica non si fermerà più. H2S è un cinema povero nella sostanza - gli unici 'effetti speciali' sono le partecipazioni di interpreti di buon calibro come Lionel Stander o Paolo Poli (oltre a Carole Andrè, Denis Gilmore e Franco Valobra) - ma ricco di idee, per quanto mal disposte in scena. 3/10.
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