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Una famiglia vincente - King Richard

Regia di Reinaldo Marcus Green vedi scheda film

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La recensione su Una famiglia vincente - King Richard

di dansk_noir
5 stelle

Per il ciclo: biografie autoprodotte. Mi fanno un po' storcere il naso questo tipo di operazioni, vuoi perchè rivela quanto l'attività degli sceneggiatori sia in crisi di storie originali ma soprattutto perchè se ne vedono un po' troppe in giro ultimamente. Se non altro le due ex tenniste hanno furbamente ovviato alla cosa citando espressamente nel titolo il nome del padre, ma la sostanza di fatto è quella e non cambia. 

Il film contiene le solite cose che sanno di già visto: il razzismo, lo sport come attività per tenere lontano i ragazzi dalla strada e dal fare brutte conoscenze (che è pur vero, per carità), l'elevazione sociale... il tutto in una durata che supera le due ore nelle quali più volte la ridondanza mina l'attenzione dello spettatore. 

L'ambientazione, Compton, per essere una zona malfamata è resa e fotografata in un modo troppo bello per essere vero, se fosse veramente così sarebbe proprio difficile parlare di "ghetto", soprattutto tenendo conto dell'epoca in questione. 

Will Smith nella parte del padre-allenatore-manager petulante e tritapalle è efficace, l'oscar forse mi pare esagerato ma rappresenta bene la categoria "padri di star dello sport" tra i quali il signor Williams non è certo l'unico ad aver seri problemi di personalità e ad aver reso la vita della prole enormemente faticosa nel nome di prospettive altissime (un altro esempio nel tennis è Agassi). Certo, per crescere un campione ci vuole sacrificio, fatica e costanza ciononostante a mancare sono le conseguenze emotive di questo "piano" che viene nominato di continuo, sembra che le due ragazzine accettino tutto e di buon grado senza che ci sia mai uno scontro, una qualche difficoltà o segnale di ribellione che normalmente sono tipiche delle vite dei pre-adolescenti, infatti le due giovani attrici si limitano alla rappresentazione fisica delle due tenniste risultando del tutto inespressive (come ad es. nella scena del contratto). 

La visione procede per inerzia, non viene nemmeno sfruttata la colonna sonora sulla quale invece si poteva puntare per smorzare la monotonia del racconto. Insomma, King Richard - una famiglia vincente è uno dei tanti biopic di cui non si sentiva il bisogno, una delle tante "storie vere" che, seguendo lo schema classico certamente non sbaglia ma che non ha in sé nulla di significativo se non per quello che riguarda lo scialbore che caratterizza purtroppo il cinema attuale

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