Regia di Brunello Rondi vedi scheda film
La trama sembra un annuncio di uno di quei giornalini per scambisti e generici depravati; invero si tratta di un film di un autore nemmeno spregevole come sceneggiatore (ma come regista pressochè pessimo) e che probabilmente nutre velleità intellettualistiche avvicinabili (per approssimazione, ma in scala ridottissima rispetto all'altro lavoro) a quelle del Salò pasoliniano. Un film incomprensibile insomma, con spreco di grandi nomi: da Alain Cuny a Luciano Salce, con una particina perfino riservata a Cicciolina. E' con un'orgia che vede protagonista una diciottenne che tutto si conclude, e viene quasi da tirare un sospiro di sollievo: almeno è maggiorenne. Per il resto della pellicola non si lesinano nudi, volgarità e oscenità di vario tipo: ma a che pro? E' forse una denuncia della nostra società? Ma è la denuncia a farsi troppo fumosa o la volontà di stupire e prudere a soverchiarla? Troppe domande irrisolte per un lavoro che lascia senz'altro il tempo che trova. Ah! Manco a dirlo: prosseneta significa ruffiano, magnaccia. 2/10.
Anziani coniugi benestanti mettono a disposizione la loro sfarzosa villa per sconosciuti che vogliano mettere in pratica le loro perversioni.
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