La recensione su Clarissa (II)

di undying

4 stelle

Claude Bernard-Aubert, abbandonato il cinema regolare, con lo pseudonimo di Burd Tranbaree dirige un hard con derive drammatiche. Senza però riuscire a lasciare il segno, come invece ha fatto in altre più ironiche circostanze (Gioia morbosa del sesso, Reggiseni e mutandine, Autostoppiste in calore o French gigolò).

A causa di un incidente automobilistico, Mathieu (Richard Allan) ha perso la virilità. In una lussuosa villa sperduta nella campagna, alterna sedute al pianoforte a sfrenati festini ai quali assiste impotente, obbligando la moglie Clarissa (Brigitta Lahaie) a partecipare, pur se controvoglia. Spesso, oltre a Emilie (una ragazza che sta insegnando alla madre a suonare pianoforte), vengono coinvolti in rapporti sessuali sfrenati anche il maggiordomo e la cameriera. Un giorno Mathieu organizza un'aggressione ai danni della moglie: in un casolare abbandonato Clarissa viene brutalmente assalita da tre uomini. La ragazza fugge, riuscendo a tornare a casa solo per essere raggiunta dai violentatori che riprendono ad abusare di lei sotto gli occhi del marito. Lo shock provocato nell'assistere la moglie subire violenza permetterà a Mathieu di sconfiggere l'impotenza.

Christel Loris e Brigitte Lahaie

Il regista di cinema regolare, Claude Bernard-Aubert, è qui all'opera in forma anonima come Burd Tranbaree, pseudonimo adottato dai tempi dell'esordio nell'hard con il notevole Gioia morbosa del sesso (1976). Pur alternando ancora pellicole destinate alle famiglie (The eagle and the dove o 5 matte al servizio militare), si è ormai specializzato nell'hard diventando uno dei più rappresentativi cineasti del genere al servizio della Alpha France, celebre casa produttrice di pellicole a luci rosse. In questo filone rientra anche Soumission, poi distribuito anche con i titoli alternativi di La maison des phantasmes, Je mouille pour vous, The house of fantasies e Clarisse. Pellicola più articolata da un punto di vista della sceneggiatura (non accreditata e quindi anonima), giunta anche sui nostri schermi nel 1980 come Clarissa.

Brigitte Lahaie

Come giustamente nota l'unico recensore dell'imdb, la storia appare una via di mezzo tra Lady Chatterley e Madame Bovary, adattata al clima degli Anni '70. Clima garantito dalla colonna sonora (con strumenti a fiato) di Alain Goraguer, sodale e talentuoso compositore musicale all'opera con Bernard-Aubert sin dai tempi del citato Gioia morbosa del sesso, con lo pseudonimo di Paul Vernon. Nonostante un intreccio narrativo più consistente e la presenza della Lahaie nel corposo ruolo di protagonista, Clarissa non risalta particolarmente nel gruppo di titoli hard francesi del periodo.

I tre stupratori di Clarissa: al centro Dominique Aveline (attore hard vagamente somigliante a Baccaro)

Le scene di sesso sono girate in maniera quasi anonima e pur se alternate a ritmo frenetico (senza mai eccedere in close up) scorrono piuttosto noiosamente sullo schermo. Il registro drammatico prende il posto della commedia ma Bernard-Aubert si dimostra inadatto, essendo più portato verso soggetti ironici o grotteschi. Tanto che anche le scene che dovrebbero essere più crude e suggestive (lo stupro a tre, con presenza anche di Dominique Aveline, spalla della Lahaie spesso presente nei film interpretati dall'attrice) si risolvono in siparietti poco curati e di scarsa resa erotica. La tendenza alla commedia da parte del regista si manifesta durante un intermezzo, con sottofondo musicale, di tipo onomatopeico contraddistinto da sonorità che simulano canti di uccellini in sincronia (e a ritmo) di una penetrazione. Tentativo di ironizzare e rendere fumettistico l'amplesso, che contrasta con la serietà e la durezza del soggetto.