La recensione su Hanukkah

di undying

3 stelle

Sid Haig e Dick Miller alla loro ultima interpretazione per un horror che parte benissimo, dietro coinvolgente soundtrack firmata Harry Manfredini, per poi arrestarsi dopo dieci minuti e adagiarsi sul livello medio basso dei tanti titoli in arrivo a catena dagli Stati Uniti.

Una festa organizzata da giovani esuberanti vede i partecipanti, di origine ebraica, finire al centro di una maledizione per avere violato la legge giudaica. Con l'aiuto di un rabbino, i protagonisti cercheranno quindi di scongiurarne le conseguenze.

Il titolo rimanda alla Chanukkah (Festa dei lumi), una festività ebraica commemorativa, ricorrente annualmente, che copre una settimana di tempo nel mese di dicembre. Un incipit impressionante vede in azione Lazzarus (Sid Haig) in prossimità di compiere un massacro familiare. Sono dieci minuti in grado di riportare sullo schermo un tipo di horror, con spunto "natalizio" (data la coincidenza della ricorrenza in questione) Anni '70, avvincente e suggestivo. Dieci minuti che poi mutano, dopo i titoli di testa, in qualcosa di indifendibile. Il solito gruppo di ragazzi (questa volta ebrei) intenti a festeggiare. La bionda Sadie Katz (dotata di un fisico bene esposto e che non passa certo inosservato) è la "scream queen" che compare nei peggiori horror girati negli ultimi anni, la cui presenza già anticipa il tenore del film. Infatti i restanti 90 minuti di Hanukkah finiscono così per confondersi con l'infinita serie di opere veramente inguardabili, sempre più spesso realizzate in America.

Dialoghi inutili e infiniti, destinati a celare l'assenza di una storia e la mancanza di budget. Anche quando, come in questo caso, dietro la macchina da presa non ci sta un novizio, nè un ragazzino. Eben McGarr già nel 2007 aveva girato Creatura maligna (attenzione, da non confondere con l'episodio dei "Masters of horror", dato che il titolo non è presente nel database di Film TV) e, un paio d'anni più tardi, l'altrettanto poco apprezzato House of the wolf man. Ma la maturità, per così dire, artistica del regista (anche sceneggiatore e produttore) non va di pari passo con la qualità. Nonostante appunto il cameo di Sid Haig (1939 -2019), già gravemente ammalato all'epoca delle riprese, qui coinvolto anche come produttore e alla sua ultima interpretazione, dopo 3 from hell.

McGarr ha a disposizione Harry Manfredini alle musiche e Kane Hodder (alter ego di Jason in molti sequel di Venerdì 13) come stuntmen coordinator, ma riesce nell'impossibile impresa di girare un lungo e soporifero horror avaro in fatto di colpi di scena e parco a livello di effetti speciali (si segnala un unico momento shock, ossia lo scuoiamento - con rimozione della pelle dal petto - di una ragazza). Oltre al fatto di costituire l'ultimo lavoro di Sid Haig, Hanukkah tristemente ospita per l'ultima volta in ruolo d'attore anche l'indimenticabile Dick Miller (1928 - 2019), in una particina quasi subliminale. L'unico motivo (purtroppo, questo sì, macabro) che può spingere il temerario spettatore a prenderne visione.

"Senti, ma che tipo di festa è? Non è che alle dieci state tutti a ballare i girotondi ed io sto buttato in un angolo… no. Ah no, se si balla non vengo. No, allora non vengo. Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente? Vengo. Vengo e mi metto, così, vicino a una finestra, di profilo, in controluce. Voi mi fate 'Michele vieni di là con noi, dai' ed io 'andate, andate, vi raggiungo dopo.' Vengo, ci vediamo là. No, non mi va, non vengo." (Nanni Moretti nel film "Ecce bombo")

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