Regia di Patrick Penta vedi scheda film
L'ennesimo aspirante regista americano tenta di emergere dall'anonimato con una commedia molto ben recitata ma priva di sostanza. Effetti speciali non pervenuti, al pari dell'horror. Ironia blandamente presente sotto forma di dialoghi demenziali destinati a cedere presto il posto all'insofferenza per una storia che - anch'essa - spesso latita.
Una crociera partita da Miami giunta presso la costa di Porto Rico viene sorpresa da una tempesta. I viaggiatori vengono soccorsi da una Kriegsmarine U-Boat 666 della marina militare tedesca. Il capitano McCloud (Mike Dooly) si trova di fronte ad un gruppo di soldati, guidati dal Commander Braunschweiger (Martyn G. Krouse) che, sostenendo di essere in maggio del 1945, chiedono di essere scortati in America per essere poi accolti come prigionieri di guerra. McCloud inizia a sospettare di essere andato indietro nel tempo o, al contrario, che il gruppo di nazisti abbia viaggiato nel futuro.
Patrick Penta ha un'idea interessante che lo spinge a tentare l'esordio in regia. Scrive, produce e dirige questo Subferatu, ben consapevole dei limiti imposti da un budget che prescrive di azzerare gli effetti speciali e di selezionare un cast di attori anonimi od emergenti. Attori che riescono anche a dare una notevole prova di funanbolica abilità artistica. Con l'inserimento di scene estrapolate dal Nosferatu di Mournau (sui titoli di testa) e altre immagini in bianco e nero di un sommergibile, Penta gira una commedia completamente priva di trucchi ed effetti visivi. Non si vede il sottomarino, né i vampiri (è citato un esemplare che non si sa come e perché giace nella baia siluro).
Subferatu inizia con il capitano McCloud comodamente sdraiato su un lettino, in una spiaggia. Già il preambolo con monolgo sui divorzi del protagonista lascia ampiamente intendere che l'orientamento del film sarà quello della commedia. E infatti senza mai - nemmeno di striscio - cedere all'horror, Il film prosegue come una commedia teatrale, essendo tutto girato in interni, in un set unico e delimitato dalle pareti dell'U-Boat. Per oltre mezz'ora, anche in forza della situazione paranormale in stile Ai confini della realtà, si riesce a seguire e talvolta pure a sorridere, grazie ad una comicità demenziale, circoscritta alle battute dei protagonisti. Poi ci si accorge che la sostanza non c'è. Che il tutto avrebbe funzionato limitatamente come cortometraggio e non certo come film. Arrivare ai 90 canonici minuti diventa pertanto un'ardua prova di pazienza, e se si riesce a resistere lo si fa esclusivamente per rispetto di un cast artistico tutto sommato meritevole di essere apprezzato. Resta un prodotto nel complesso deludente, su entrambi i fronti (commedia e/o horror).
"Il tempo – che gli uomini tentano di domare con gli orologi, fino a renderlo un automa – è per se stesso di natura vaga, imprevedibile e multiforme, tale che ognuno dei suoi punti può assumere la misura dell’atomo o dell’infinito." (Elsa Morante)
Trailer
F.P. 23/09/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 87'37")
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta