Regia di Raffaele Picchio vedi scheda film
Omaggio alla serie spagnola sui "resuscitati ciechi" da parte di Raffaele Picchio, il controverso regista che ha esordito con Morituris (2011). Girato direttamente in inglese per il mercato internazionale, Curse of the blind dead è un sincero e riuscito omaggio alle atmosfere horror Anni '70 opera dell'ispirato Amando De Ossorio (1918 - 2001).
XIV° Secolo. I Cavalieri Templari sono accusati di essere cultori del satanismo. Catturati durante l'esecuzione di un rituale con una partoriente, vengono barbaramente massacrati dalla popolazione locale. Prima di essere giustiziati, i cavalieri promettono di tornare per vendicarsi. Centinaia di anni dopo, in un futuro post-apocalittico, Michael (Aaron Stielstra) e sua figlia Lynn (Francesca Pellegrini) tentano di sopravvivere, sfuggendo agli assalti dei Templari - ritornanti come non morti - e alle attenzioni di una setta, capeggiata da un esaltato e folle predicatore (Sean James Sutton).
Dopo il viscerale Morituris e il più intimista The blind king, Raffaele Picchio trova nuovamente supporto produttivo da parte dei toscani Luca Boni e Marco Ristori (registi della saga Zombie massacre apprezzata e sponsorizzata da Uwe Boll). Supporto che gli permette di concretizzare un personale omaggio alla tetralogia di Amando De Ossorio dedicata ai "resuscitati ciechi". Ispirato dai racconti El monte de la ànimas e La cruz del diablo, scritti nel XIX° Secolo dall'autore spagnolo Gustavo Adolfo Bécquer, Picchio si avvale del prezioso contributo di Lorenzo Paviano e Alessandro Testa (dialoghi) per scrivere una sceneggiatura che rispecchia in parte il clima onirico e allucinato dei titoli di riferimento. Probabilmente per riciclare set esistenti, realizzati per i film sugli zombi diretti da Ristori & Boni, è costretto ad ambientare la storia in un futuro post apocalittico. Questo elemento è quello più debole del film, stonando con l'incipit medievale e con personaggi che vestono in stile contemporaneo, parlano in linguaggio odierno e usano oggetti del nostro tempo (non essendo quindi coerentemente proiettati nel futuro). Ma è un difetto trascurabile, che scompare di fronte alla magnifica fotografia di Alberto Viavattene, ai notevoli effetti speciali di Carlo Diamantini e Arianna Macherelli e ad un cast eccezionalmente ispirato che vede attori in grado di fornire una prestazione di altissimo livello. Tra questi è da segnalare anche Fabio Testi, in una particina marginale (quasi insignificante a dire il vero) nel ruolo di carceriere al servizio del sacerdote.
Curse of the blind dead si apre brillantemente con il classico incipit medievale, caratteristico di molti horror vintage e avvicendato sul sommario massacro di presunti adoratori di Satana. Prosegue con titoli di testa animati, sulla falsariga di quelli già utilizzati da Picchio per raccontare il preambolo dei gladiatori in Morituris, ma che qui invece - intercalati con reali immagini di repertorio - hanno la funzione opposta, ossia di spingere la storia nel futuro disvelato da dettagli di guerre, attentati terroristici e altri eventi che hanno purtroppo segnato negativamente il passaggio del millennio.
Lento (giustamente come lo erano i film di riferimento) nell'avanzare verso il momento topico dell'epifania dei ritornanti (che hanno un look forse più inquietante di quelli di De Ossorio), ma decisamente spinto sul versante gore e splatter, Curse of the blind dead riesce ad affascinare e, in zona conclusiva, persino a riportare quel clima fantastico sfumato nell'onirico che ha contraddistinto l'opera di De Ossorio. La cavalcata al ralenty dei resuscitati ciechi, pur se breve, è girata con reverente attenzione da parte di Picchio, che riesce egregiamente a replicare il leit motiv dell'intera serie originale. Anche se privo di uno sviluppo rigorosamente cinematografico, con una storia che in buona parte non c'è, Curse of the blind dead mantiene un suo stile, un fascino vintage che non sfigura di fronte a titoli internazionali girati con ben altro budget. Per ora è uscito direttamente in home video in Germania (patria non a caso di Uwe Boll) e in questi giorni in streaming per il mercato americano. Dovrebbe arrivare anche in Italia, direttamente in dvd e bluray come accaduto per le due precedenti opere del regista. Se avete apprezzato la saga spagnola degli Anni '70, questo è un titolo da non farsi sfuggire.
"Non nobis Domine, non nobis, sed nomini tuo da gloriam.
Non a noi, o Signore, non a noi, ma al tuo nome dai gloria."
(Motto latino dei Cavalieri templari dell'Ordo Templi)
F.P. 21/09/2020 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 87'07")
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