Regia di Piero Schivazappa vedi scheda film
esperimento veramente inaspettato e insolitamente affascinante. abbiamo un philippe leroy statuario, algido, razionale all'eccesso che segrega una dagmar lassander (all'esordio) solo apparentemente debole ed indifesa. la realtà dei fatti tuttavia dimostrerà che la forza dei protagonisti è distribuita ben diversamente da come sembra. la regia è completamente anarchica, così come il montaggio ma in maniera funzionale alla distonia della trama. stesso discorso per la colonna sonora, sconnessa ma adatta a scenari così jodorowskiani. è un film inclassificabile e il genere assegnato da filmtv (erotico) non gli rende giustizia. è un pensiero grottesco della fine degli anni 60, con enormi sconvolgimenti sul pensiero e sulla società, tradotto in immagini colorate, spesso inquietanti (la riflessione di leroy sul manichino bdsm appeso è a livello di crudeltà da torture movie) e che porta ad un esito su cui si può riflettere molto. il nostro sottobosco cinematografico è pieno di perle come questa, ed è sempre un piacere imbattersi in qualcuna di esse.
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