Regia di Tom McCarthy vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 74 - FUORI CONCORSO Un operaio americano di una città di provincia chiamata Stillwater, si reca a Marsiglia in visita alla figlia, che sta scontando una detenzione di nove anni a seguito della morte di una sua amica; circostanza della quale quest'ultima è stata ritenuta come colpevole.
Quando la figlia supplica il padre di cercare di fare riaprire il caso, e l'avvocato dell'accusato lo avvisa che per poter riaprire il processo, servono nuovi elementi da portare in giudizio, per l'uomo, un tipo semplice, non colto ma di cuore, inizia un periodo di indagini personali che vanno di pari passo coi tentativi di adattarsi ai ritmi e agli ambienti di quella grande città portuale che lo fa sentire spiazzato ed in difficoltà anche ad esprimersi.
Conosciuta una giovane attrice del posto e la sua deliziosa figlioletta, l'uomo farà di tutto per risalire a nuove prove, facendo della ricerca di una sua verità, il proprio più impellente filo conduttore.
Diretto con un certo piglio dallo sceneggiatore e regista scafato di L'ospite inatteso e Il caso Spotlight, Tom McCarthy, che per scrivere il film si è ispirato alla nota vicenda tutta italiana di Amanda Knox, e che adatta il suo stile di racconto al polar inevitabilmente influenzato, per dettagli logistici e scelte premeditate, alla letteratura gialla del grande scrittore Jean-Claude Izzo, Stillwater si addentra con una certa efficacia nell'intimo senza troppi spiragli evidenti dei protagonisti, fornendoci uno studio introspettivo schietto che non perde di vista mai la realtà nel suo difficile compito di coniugare culture e tradizioni davvero va o lontane.
Tra gli interpreti va segnalata la prova degna di nota dell'ottimo Matt Damon, per necessità un po' inquartato e irruvidito e moto credibile nel suo ruolo di padre inesperto e irruento che agisce di petto e senza esitare per risolvere un caso ben al di sopra delle proprie limitate possibilità.
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