Regia di Giuseppe Bertolucci vedi scheda film
Nella Roma del 1927 il commissario Ciccio Ingravallo, molisano sopra le righe, deve indagare su un furto e un omicidio avvenuti nello stesso stabile a distanza di poche ore.
Questa è la versione del romanzo di Carlo Emilio Gadda che nel 1996 Luca Ronconi mise in scena al teatro Argentina, a Roma, ripresa per la televisione di Stato da Giuseppe Bertolucci. Si tratta di una rappresentazione teatrale nel senso stretto del termine, con accurate scene e costumi, interpreti di valore e quant’altro, ma a ogni modo teatro in tv – con quanto ne consegue. Bertolucci segue i personaggi, cerca il primo piano, si affida al montaggio, ad alcune didascalie qua e là, a un po’ di elaborazione video (la cosa meno piacevole e meno utile, nel complesso) e naturalmente ai doverosi movimenti di macchina fondamentali per dare dinamica all’azione e rendere il prodotto quanto più possibile adatto allo schermo; va comunque rilevato che la messa in scena di Ronconi già di suo era piuttosto fantasiosa e articolata, fra elementi mobili nella scenografia e voce del narratore in terza persona in bocca ai singoli personaggi. Due ore tonde di durata per questa che è la terza versione su pellicola del testo gaddiano, dopo quella di Pietro Germi di Un maledetto imbroglio (1960) e quella più recente licenziata sempre per la Rai da Piero Schivazappa nel 1983; nel cast spiccano nomi come quelli di Corrado Pani, Franco Graziosi, Maria Grazia Bon, Ilaria Occhini, Massimo Popolizio, Marco Bonini, Elena Russo, Gea Lionello, Franca Tamantini e Pierfrancesco Favino, ancora non molto noto e relegato in una parte minore. 5/10.
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