Trama
Tre anni dopo. Monica e Giovanni si sono lasciati, così come Alessio e Agnese che, però, si rincontrano in un pub di Londra dove lui lavora come cameriere. A Roma intanto Monica finisce in carcere per coprire le gemelle che nascondevano merce rubata nei fusti dell’olio di "Pizza e Samosa", e chiama Giovanni in cerca di aiuto. Giovanni riesce a far commutare la detenzione con un lavoro nella parrocchia di San Basilio guidata dal bellissimo Don Davide. Nonostante le solite differenze che danno vita a situazioni esilaranti, Monica e Giovanni scoprono di essere davvero innamorati e pronti a rendere pubblica la loro relazione, ma un inaspettato epilogo li costringe nuovamente a rimandare.
Curiosità
Intervista al regista
Come è nato questo secondo capitolo del Gatto in tangenziale?
Con questo nuovo Gatto, che credo sia ancora più divertente e aspro del precedente, abbiamo cercato di continuare a raccontare la complessità di un'Italia che non sembra troppo diversa da quella da noi descritta tre anni fa nel primo film. E che, anzi, forse si spinge verso una spaccatura ancora più marcata. Come si ricorderà i Monica e Giovanni di Paola Cortellesi e Antonio Albanese, i nostri due protagonisti, una volta vinti pregiudizi e diffidenze reciproche avevano iniziato a conoscersi e a dialogare assorbendo ognuno dall'altro quanto aveva di positivo fino a capire di non poter fare a meno l'uno dell'altra.
Che cosa avete scelto di portare in scena questa volta?
Monica e Giovanni sono diventati così in qualche modo due icone del loro mondo, e tutto quello che nel frattempo hanno affrontato ed è successo a loro e intorno a loro, ci dà modo di tenere vivo e attento lo sguardo sul Paese, raccontando quello che è accaduto negli ultimi tre anni. Nel finale del film precedente li avevamo lasciati perplessi su una panchina romana di piazza Cavour consapevoli che, a causa delle forti differenze che li dividevano, la loro storia d'amore fosse destinata a durare pochissimo, appunto "come un gatto in tangenziale". A distanza di tre anni Giovanni è rientrato nei ranghi del suo universo così come è accaduto a Monica che ritroviamo in una condizione molto meno "lineare" della precedente perché la sua vita "sul filo" comporta anche rischi quotidiani. Quando si ritrovano uno di fronte all'altra i due continuano a muoversi in mondi lontani vittime di opposti pregiudizi, conservando ognuno il proprio punto di vista ma trovando il modo di rinverdire e coltivare il loro rapporto: in contrapposizione all’odio sociale Monica e Giovani si ritrovano a coltivare una sorta di amore sociale e alla fine involontariamente lo predicano, restando più uniti che divisi. A un certo punto quel sentimento che da un punto di vista umano li aveva legati si riaccende diventando più forte e facendo scoprire loro che esiste qualcosa che li rende reciprocamente indispensabili…
Che cosa vi preme raccontare?
Credo che il cuore di questo film rimanga questo: il desiderio che le persone si ascoltino e la consapevolezza che esiste comunque una possibilità di coesione, vicinanza e persino di affetto anche tra chi è diviso da un muro sociale e culturale. In una società civile che possa definirsi tale penso sia sempre più decisiva la necessità di comunicare con gli altri e di essere aperti, ricettivi e inclusivi. Seguendo una mia spinta personale cerco sempre attraverso il mio lavoro di comunicare con qualcuno che la pensa diversamente da me: quando giro dei film lo faccio per raggiungere soprattutto questa gente. Sono convinto che persone distanti tra loro per estrazione, ambiente e mentalità possano trovare sempre punti di incontro. Come sono convinto che chi fa il mio mestiere possa e debba parlare a chi la pensa in maniera opposta alla propria: non mi interessa raggiungere quelli con cui sono già d'accordo. È una culla fin troppo comoda. È importante invece cercare e coltivare la "scomodità" di parlare a chi ha punti di vista differenti.
Tornano in scena personaggi già conosciuti nel primo film e ne entrano di nuovi.
Sonia Bergamasco è ancora una volta Luce, la prima moglie di Giovanni, sofisticata ed eterea snob che diventerà inaspettatamente in qualche modo complice di Monica: Sonia anche questa volta è stata bravissima a prendere di mira con la sua ironia il suo personaggio, le sue ossessioni per tutto quanto fa chic e la sua smaniosa e spesso inutile ma appagante voglia di fare. Claudio Amendola si è divertito molto a riproporre il coloratissimo e tatuatissimo Sergio, l'ex marito di Monica che entra ed esce regolarmente dalla galera. Claudio prova molta simpatia per questo "super coatto" a volte terribile e a volte pieno di umanità che rappresenta un mondo che lui conosce bene. Tornano in azione tra gli altri sia l'iconica star della tv Franca Leosini nel ruolo di sé stessa sia le gemelle Alessandra e Valentina Giudicessa nella parte delle due sorelle di Monica affette da “shopping compulsivo”: se il film è servito a tenerle in qualche modo lontane dai rischi della loro esistenza un po' "borderline" e a indirizzarle verso una vita più normale noi ne siamo tutti molto contenti. Due importanti "new entries" subito in sintonia con la squadra già collaudata di interpreti sono stati poi Sarah Felberbaum nel ruolo della nuova compagna di Giovanni, una manager in carriera decisa e determinata e sempre più omogenea al suo mondo, e Luca Argentero nei panni di don Davide, un sacerdote che fa bene il suo mestiere e proprio per questo viene preso di mira dai suoi stessi parrocchiani. Si impegna "sul campo" con gli umili e i diseredati: entra di prepotenza nelle vite di tutti con il suo esempio e tutti avranno modo di far riferimento a lui perché dice e mette in pratica qualcosa di molto semplice, immediato ed efficace. A un certo punto della nuova storia i vari personaggi si ritroveranno per una sorta di resa dei conti finale tra distese di corpi stipati come sardine a Coccia di Morto, la chiassosa spiaggia popolare nel cui frastuono Monica trascorre abitualmente le vacanze. Qui si incontreranno non solo i due protagonisti ma due umanità e due mondi, quello rude e ruspante del litorale laziale e quello sofisticato e snob delle spiagge di Capalbio e l'impatto sarà inevitabilmente tragicomico.
Note
Seguito di Come un gatto in tangenziale.
Trailer
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Commenti (19) vedi tutti
Adoro Milani per due motivi: a) ho investito, tra le altre cose, in termovalorizzatori e la spazzatura che produce mi ha fatto fare soldi a palate; b) sono sempre short sull'Italia e la cultura che egli rappresenta ne accelera il declino di giorno in giorno. Grazie Rick, mi hai permesso di ritirarmi a vita privata prima dei 45 anni! 0.5*
commento di Karl78Seguito ancor più traballante di un primo capitolo che già aveva più di una debolezza. Si fatica a salvare il risultato finale, se non per gli attori, che danno pregio a un film che sembra fin troppo ripetitivo, e il cui tallone d'Achille è una sceneggiatura a corto di idee e autoreferenziale, decisamente poco per riempire quasi 2 ore di spettacolo
leggi la recensione completa di Souther78Vabbe' fare un sequel all'altezza della sorprendente esplosivita' del primo era difficile, ma questa seconda puntata non sfigura....Una continuazione...uguale e diversa...diverte e fa pensare
commento di DelfinoDelfinoSciatto e imbarazzante quanto il primo e dispiace davvero vedere due buoni attori come Albanese e la Cortellese dover affondare in questo marasma squallido fatto di buoni sentimenti gettati lì a casaccio senza un acume. Sembra di vedere una lunga puntata di una fiction. Se volete bene al cinema italiano, basta dare credito a filmacci simili
commento di silviodifedeA volte gli opposti si attraggono.
leggi la recensione completa di Lellina65Per quasi tutti inferiore al primo. Poi guardi il primo: era stato massacrato anche quello. Gli italiani sono autorazzisti si sa ed infatti ne vediamo le conseguenze. E' un film leggero, ma che sa sfruttare i contrasti e dei bravi attori per rendersi più che accettabile e divertente (Amendola ma come ti hanno conciato?).
commento di bombo1Un sequel scarso di idee e che stenta a decollare,non ci siamo....inferiore al primo.Basta che non ne facciano un terzo....allora scappo !!!
commento di ezioNulla da salvare
leggi la recensione completa di siro17Le interpretazioni di Cortellesi e Albanese, che tornano a rivestire i panni di due personaggi culturalmente e socialmente agli antipodi che finiscono per attrarsi, riescono a risollevare una storia altrimenti ripetitiva, che cerca di destreggiarsi tra commedia e critica sociale, sfociando però nella prevedibilità e a tratti nel kitsch.
commento di Fanny SallySequel di uno squallore unico
commento di olivawDivertente per trascorrere del tempo col sorriso, spensieratamente.
commento di iroAnche se lo avessero accorciato di mezz'ora non si faceva torto a nessuno...
commento di alphaMolte scene sono state girate in una parrocchia di via dei Gordiani (Roma Est) che conosco bene. Ho apprezzato la fotografia delle varie zone di Roma che fanno da sfondo alla vicenda. Purtroppo gli mancano completamente il brio e la comicità del primo, e il tutto sa di minestrina commestibile ma riscaldata.
commento di California Mountain SnakeLe cose migliori: Roma come set cinematografico; le magliette della sig.ra Cortellesi. Le peggiori: remake del ponte delle spie e busto in gesso di F. Totti. I sequel sono in genere al di sotto dei precedenti, e questo film non fa eccezione. Le gemelle, film o vita reale, sono però straordinarie, così come kitsch il ristorante dalle 8 ore di cibo.
commento di PieroNon paragonabile, purtroppo, al primo film. Trama ripetitiva.
commento di UmboTentativo non riuscito di riprendere la sorprendente brillantezza del primo episodio
leggi la recensione completa di tobanisPeccato perché malgrado la simpatia e bravura dei protagonisti non è all'altezza del primo
commento di ripley2001Come rifiutare una succulenta salsiccia, semi-carbonizzata, nella spiaggia di Coccia di Morto!
leggi la recensione completa di starbook"Con la cultura non si mangia... Eh no!"
leggi la recensione completa di Infinity94