Regia di Vittorio Schiraldi vedi scheda film
Vittorio Schiraldi, giornalista prima di essere scrittore e regista, attualmente tiene una non indispensabile rubrica radiofonica su Radiouno la mattina alle cinque e mezza (che io spesso mi sorbisco, in quanto vittima della radiosveglia). Le banalità enunciate via etere, spesso genericamente condivisibili, sono esposte con un linguaggio ampolloso che le rende talvolta indigeste (è quasi più divertente la rubrica "Il Santo del giorno" di Monsignor Cosmo Francesco Ruppi). La stessa considerazione vale per questo film tratto dal primo romanzo del regista: la denuncia della nuova mafia aggressiva e palazzinara è sacrosanta, ma la vecchia mafia non era migliore; in più, tutto è raccontato in maniera confusa e con uno stile che tenta malamente di emulare quello del "Padrino". Dimenticabile. (7 novembre 2007)
Una trama complicatissima contempla l'ascesa del violento boss mafioso Ardizzone, a scapito del capomafia all'antica Angelino Ferrante, la cui famiglia viene sistematicamente sterminata. In realtà anche Ardizzone viene ucciso, ma, come si vede dalla scena finale, i suoi metodi hanno trionfato.
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