Regia di Vittorio Schiraldi vedi scheda film
Più che al coevo fenomeno dilagante del polizi(ott)esco e al generico filone del gangster movie, Baciamo le mani si rifà in maniera esplicita al Padrino di Francis Ford Coppola, uscito l'anno precedente e immediato trionfo a livello planetario; ma cavalcare l'onda del successo hollywoodiano con i modesti (non miseri, ma nemmeno molto migliori) mezzi a disposizione e la regia di un esordiente totale non è affatto semplice. Schiraldi aveva già scritto qualche sceneggiatura, lavorava per la Rai ed era l'autore del romanzo omonimo da cui il film; ma, così come non è Coppola dietro la macchina da presa, evidentemente anche la sua penna non è la medesima di Mario Puzo; gli vanno comunque riconosciuti uno stile sufficientemente curato e fluido, sia come sceneggiatura che come regia, e - merito non solo suo, ovviamente - delle apprezzabili scelte di casting. Agostina Belli, John Saxon, Arthur Kennedy, Pino Colizzi (maggiormente noto come doppiatore) e Spiros Focas sono i nomi principali fra gli interpreti; si denota un'abbondanza di scene di violenza e di sesso, sia pure mai particolarmente esplicito, ma comunque più volte 'suggerito' in maniera convincente. La carriera di Schiraldi come regista termina qui, se si esclude il documentario Lettere dal fronte, uscito un paio di anni dopo questa pellicola. 3/10.
Faida fra clan mafiosi per motivi concreti (la contesa di un terreno) e reconditi (il prestigio delle relative famiglie).
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