Regia di Lee Tamahori vedi scheda film
Una sceneggiatura alla quale ha messo mano anche il celebrato David Mamet, un nome come Anthony Hopkins a capitanare il comunque sparuto cast, e una buona qualità tecnica di fotografia e montaggio: e allora come mai "L'urlo dell'odio", film d'avventura vecchio stile affidato al neozelandese Lee Tamahori è stato metaforicamente preso a calci dalla critica?C'è una certa dose di prevedibilità nella trama, questo sì, però questa pellicola che vede due personaggi cercar di sopravvivere dopo un incidente aereo in una foresta in cui oltre alle gelide intemperie dell'inverno, dovranno fronteggiare la fame, le asperità della natura, e un colossale orso che li bracca non sarà un capolavoro, ma è un intrattenimento piacevole. Abbinando un duro di carta come il giovane Baldwin all'anziano Hopkins, apparentemente inetto, ma dotato di una cultura radicata colma di nozioni che aiutano il due nella difficile battaglia per la vita, Tamahori porta lo spettatore a un finale teso il giusto, ma che non sarà difficile prevedere. Tuttavia, tutta questa acredine dimostratagli contro lascia perplessi.
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