Regia di David Cronenberg vedi scheda film
Secondo horror di Cronenberg, dopo "Il demone sotto la pelle", fondamentale per un prolifico filone horror che si svilupperà negli anni a seguire. Il regista canadese prende lo spunto dal mediocre "La città verrà distrutta all’alba" di George A. Romero per intessere una sceneggiatura a metà strada tra vampiri e zombi. L’orrore, come al solito per Cronenberg, prende le mosse dalla carne (la protagonista riceve un trapianto di pelle che le scatena un virus idrofobo di cui è portatrice sana). La prima parte è piuttosto lenta, ma viene riscattata da una seconda che si può condierare aveneristica e che influenzerà Romero (che, per un gioco del destino, era stato proprio la fonte ispiratrice di Cronenberg) per il suo capolavoro "Zombi". Altri evidenti omaggi saranno tributati dallo sci-fi "Species" (si veda la ragazza bionda che va in giro, per la città, a farsi adescare da uomini superficiali).
A ogni modo, penso che nessuno possa scandalizzarsi se dico che "Rabid" non è tra i migliori lavori del regista. Infatti, si tratta di uno degli horror più commerciali di Cronenberg, ciò nonostante merita di esser visto (anche se, ai giorni nostri, è forte il rischio di incappare in qualche fastidioso dejà vù) per i motivi già esposti.
Degna di nota la continua, seppur velata, atmosfera erotica (vedi l’assassinio nella vasca, la scena al cinema a luci rosse, ma non solo) peraltro amplificata dal fatto che la protagonista, Marilyn Chamber (preferita niente meno che a Sissy Spacek) era una pornostar. Le interpretazioni sono piuttosto di secondo piano (il co-protagonista è abbastanza cane), mentre la colonna sonora è interessante. La fotografia sporca contribuisce a creare il senso di inquietudine.
Si segnala qualche topless. Godibile, specie gli ultimi 30 minuti. Voto: 7.5 (un punto in più considerando l’epoca).
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