Regia di Alexis Langlois vedi scheda film
MUBI
La transgender Kalthoum e le sue tre più care amiche e colleghe si ritrovano, come spesso accade, a sorseggiare cocktails in un bar dai colori variopinti che ben si intonano con gli abiti eccentrici che le tre professioniste del sesso sfoggiano con grande perizia.
Sempre aggrappate a quei socials che garantiscono loro sostentamento, riuscendo a contattare clienti per momenti di sesso a pagamento, ma anche la speranza di riuscire ad imbattersi ognuna nell'amore della propria vita in grado di toglierle dalla strada, le tre ragazze finiscono per ricevere le solite umiliazioni da parte degli estranei.
Gli stessi due ragazzi baristi, nel cercare con le migliori intenzioni di venir loro incontro senza alcuna intransigenza, commettono, seppur in buonafede, gaffes a ripetizione e scandiscono i comportamenti nei confronti delle tre, senza trattenere quella curiosità un po' morbosa che si traduce in un atteggiamento almeno velatamente discriminatorio.
Ma sognare una meritata vendetta, soprattutto nei confronti degli irriducibili emarginatori seriali, non è ancora vietato e allora risulta piacevole e sin appagante lasciarsi andare al delirio potente di una immaginazione fervida in grado di ricreare paesaggi, sottofondi, e coreografie adatte alla spiacevole situazione.
Lo specialista francese di corti a tematica queer, Alexis Langlois, torna ad affrontare tematiche scottanti con al centro la discriminazione verso il mondo trasgender, senza rinunciare al ritmo e alle situazioni folli che ci riportano nei paraggi del cinema pazzo e folle, oltre che coloratissimo, del primo Almodovar.
In un misto di sogno e di furore vendicativo, si consuma, almeno nella dimensione dei desideri, una implacabile vendetta attraverso la quale le quattro amiche riescono ad assaporare il gusto un po' immaginario ma platealmente quasi palpabile, del riscatto.
Il film riesce a divertire grazie proprio alla corretta gestione dei tempi, che sarebbero stati eccessivi qualora si fosse stati tentati di allungare la vicenda sino ai limiti del lungometraggio.
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