Regia di Jerzy Stuhr vedi scheda film
Nel mezzo del cammino di una vita agiata, con un discreto successo professionale e personale, Adam Borowoski, un procuratore, entra in una settimana di bradisismo morale e esistenziale. Scandito dalla successione dei giorni, il racconto di questa progressiva disgregazione del protagonista, trattenuta e mai catastrofica, fissa alcuni luoghi abbinandoli a un fascio di emozioni. Il tribunale e l’ostilità rituale dei processi (la truffa, l’infanticidio, la violenza razzista e l’omicidio). La casa e l’infedele amore coniugale. La sala delle prove del coro e l’instabilità psichica di un amico. L’ospedale e l’affetto per la madre malata di cancro. La piscina e la determinazione a tenere insieme i pezzi della propria identità. La fondazione benefica e una maternità imperfetta per un bambino con problemi di udito. L’amante abbandonata, la casa venduta e quella comprata, il raggiro fiscale, l’odio per i comunisti, i 30.000 dollari, la trappola di una falsa giornalista, un libro, tante interviste. Meno riuscito di “Storie d’amore”, Jerzy Stuhr, regista, scruta con affetto e trasporto etico la sua faccia di attore (bravo) mentre vacilla e non precipita. Adam si sente debole e troppo solo. Incapace di scegliere. Solo il canto potrebbe renderlo migliore e libero.
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