Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Film discutibile, con paesaggi club med e un Di Caprio molto sopra le righe. C'è chi parla di simbologia new age, chi di attacco al sistema consumistico; chi cita, giustamente, Il signore delle mosche e Fight club. In effetti c'è un po' di tutto questo, con uno stile che alterna rari momenti forti ai limiti dello splatter ad un racconto fumettistico con personaggi alla Paz. Insomma, taglio non originale, scarso impatto emotivo, approccio filosofico piuttosto banale e alcune discutibili trovate visive. Però. Già, c'è un però ed è che gli autori ci giocano un tiro birbone nel mostrarci la triste morale di un gruppo di giovani mediamente di buona famiglia, che attratti dalla vita mentalmente disimpegnata degli anni verdi fuggono dalla routine del mondo industrializzato, ma non dalle comodità che questo gli consegna a caro prezzo per tutti. Il passaggio che vale tutto il film è quando si svela come la comunità organizzi periodici ritorni nel mondo brutto e cattivo per fare incetta di oggetti, di accessori, di futilità che sono la quintessenza del capitalismo. In fondo un grande sberleffo al mondo dei moderni radical chic, imberbi rivoluzionari venuti su nel benessere ma non disposti a perseguire fino in fondo i loro ideali, incapaci di rinunciare non all'essenza, ma finanche alla crema del sistema patinato che tuonano di voler sovvertire.
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