Dopo il manga e sei stagioni televisive, una più bella dell'altra, che consiglio di recuperare a chi fosse interessato, il film è un tassello in più che forse non aggiunge nulla alla storia così come è conosciuta dai fan di tale personaggio, ma di certo amplifica i concetti centrali e le tematiche di quest'opera delicata e poetica, capace attraverso immagini metaforiche, di farci riflettere sull'esistenza e i rapporti umani che instauriamo all'interno di essa, costruiti a volte sulle illusioni, ma tante volte cementati dai nostri ricordi, così importanti perché sono i fili che collegano e legano le vite delle persone, percorsi dove basta il gesto più banale a mutare tutto per sempre.
Il film ci fa riflettere su questo e la risposta che viene suggerita, lascia quel tipico senso di malinconia quasi ineluttabile che ben conosciamo.
Così Natsume ha bisogno di conoscere sua nonna Reiko attraverso i ricordi che altri hanno di lei, che siano umani o gli youkai con cui entrava in contatto, sfidandoli e sottraendo loro il nome che finiva in questo 'libro degli amici', creature che solo lei riusciva a vedere, ma che alla fine l'hanno portata a isolarsi dai suoi simili, reagendo in maniera diversa dal nipote.
Natsume nel tempo, non senza difficoltà, spesso passando per bugiardo, maturando, ha imparato a convivere col suo potere, proteggendo le persone a cui vuole bene, costruendo rapporti veri con chi gli sta accanto, che siano gli amici o i famigliari, i coniugi Fujiwara che lo hanno accolto come un figlio, e per primi gli hanno trasmesso il calore di quella famiglia che da bambino spesso gli era mancata.
Nel film - già si trovavano negli episodi delle varie stagioni - ci sono piccoli flashback di Takashi bambino, alle prese col disagio causato dalle sue capacità, contrapposti all'adolescente che ha imparato a gestirli.
La trama centrale è costruita attorno ad un incidente occorso a Nyanko-sensei/Madara (lo strano 'gatto' amico del ragazzo) che mangia i frutti di un albero-spirito, così ci ritroviamo il nostro simpatico gattone 'diviso' in tre gattini più piccoli buffissimi e teneri; per cercare di rimettere le cose a posto, Natsume entrerà in contatto con una donna Yorie Tsumara che in gioventù conobbe sua nonna, e con il figlio di lei, Mukuo, che però non è esattamente chi dice di essere.
Youkai ed esseri umani spesso provano gli stessi sentimenti e costruiscono gli stessi legami, che la morte impietosa viene a spezzare, che sia fra umani o fra umani e spiriti, ma qui il tema della morte e della separazione è trattato con delicatezza estrema, con lievità senza angoscia, e il ricordo che resta, per quando sfumato e quasi onirico, addirittura irreale, è quasi un gesto pietoso e consolatorio, contrapposto alla solitudine, altro tema e filo conduttore di buona parte del film che colpisce spiriti ed esseri umani in egual misura, anzi per gli youkai sembra una maledizione ancor più triste e infinita.
Sfondi sempre molto belli, colori vivaci e immagini poetiche, tratti delicati ed essenziali che ricordano quelli del manga, ma più curati, e musica suggestiva che corona perfettamente tutto. Bellissima la canzone ''Remember'' ost finale, cantata da URU.
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