Regia di Jennifer Sheridan vedi scheda film
Esordio in regia per l'inglese Jennifer Sheridan che sceglie purtroppo un tema (non horror) poco sviluppato e basato su una sceneggiatura inefficace e spenta, più adatta a cortometraggio.
In un cottege isolato sulle montagne, immerso in un rigido clima invernale, vivono Rose (Sophie Rundle) e Sam (Matt Stokoe), una giovane coppia che ha scelto l'isolamento e la solitudine per condividere un dramma: Rose è gravemente ammalata - afflitta da una patologia sconosciuta - mentre Sam si adopera curandola con salassi (effettuati tramite uso di sanguisughe). Sam si occupa in verità di tutto, cacciando per procurarsi il cibo o recandosi in paese per acquistare beni essenziali. Quando occasionalmente Sam esce per svolgere le incombenze, chiude a chiave in casa Rose. Una sera Amber (Olive Gray), una ragazza fuggitiva, rimane ferita finendo in una delle trappole per animali posizionate da Sam. La coppia decide di ospitarla durante la notte.
L'inglese Jennifer Sheridan, dopo una lunga preparazione tecnica occupandosi di cortometraggi, esordisce in regia con questa opera prima, scritta da Matt Stokoe (anche attore protagonista) e girata ai minimi termini: una baita, tre attori e poche altre comparse. Punta tutto sul lato acustico, inserendo rumori ambientali ed eccedendo con la colonna sonora, del tutto inadatta per quanto evocatrice di un clima thriller mai espresso e, anzi, del tutto assente. Perché definire horror Rose: a love story è del tutto impreciso. Nel rispetto del titolo, il film è davvero una storia d'amore, estrema. Non nel senso stretto del termine, semmai in forza del suo significato "opposto" e stringente. Una coppia (i due attori sono tali, anche nella vita) che sceglie di isolarsi dal mondo per condurre una vita intima e piena dunque di sole privazioni. Un amore soffocante, in questo senso davvero spaventoso.
La malattia che costringe Rose a dipendere in tutto, come un animale in gabbia, dal compagno viene svelata nel sintetico e irrisolto finale, cinque minuti che danno giustificazione della classificazione del titolo nel genere horror. Per essere opera prima, la Sheridan dimostra gusto e buona tecnica di messa in scena. Le recitazioni sono particolarmente professionali, la luce ben sfruttata in fotografia e in genere la cinematografia è buona. Non mancano nemmeno un paio di scene con drone (in apertura e quando Sam percorre con l'auto una strada nel bosco, in piena notte). Rose: a love story evidenzia - da un punto di vista strettamente legato alla tecnica - le buone potenzialità dell'esordiente regista, ma soffre di una storia appena accennata, poco coinvolgente e adatta al massimo per un cortometraggio. Troppo poco insomma, con un finale sbrigativo e inappagante, quel che offre il film in quasi 90 minuti di tempo. E' circolato in ottobre e dicembre 2020 al "London Film Festival" e al "Grimmfest International Festival of Fantastic Film", mentre in questi giorni è stato rilasciato direttamente in streaming nel paese di origine e in USA.
"La coppia è una comunità i cui membri hanno perso la loro autonomia senza liberarsi della solitudine." (Simone de Beauvoir)
Trailer
F.P. 05/04/2021 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 86'22")
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