Regia di Denis Frison vedi scheda film
Lungometraggio indipendente ispirato da svariati horror, estremamente lungo e tortuoso.
In provincia di Padova, sin dagli anni Ottanta, un misterioso killer soprannominato "l'assassino delle favole", saltuariamente colpisce - ispirato dalla fiaba de "I tre porcellini" - uccidendo tre persone in sequenza. Un delitto avvenuto nel 1994 in un cinema (durante la proiezione di Nightmare - Nuovo incubo), sembrava essere l'ultimo. Ma l'assassino torna a colpire a distanza di 26 anni. L'ex ispettore Davide Marini (Denis Frison), impressionato dagli avvenimenti, inizia a indagare.
Denis Frison è un appassionato di horror, nonché estimatore di Dylan Dog come dimostrano i suoi precedenti film dedicati al celebre Indagatore dell'incubo: La morte puttana (2012) e Freddy vs Dylan (2015). Deve apprezzare parecchio anche la serie di Nightmare, dato che non solo fa incontrare Freddy Krueger e Dylan Dog, ma apre lo stesso Fabula in un cinema, nel quale è in proiezione Nightmare - Nuovo incubo (Wes Craven,1994). Senza entrare nel merito della scelta (per chi scrive la serie dedicata a Freddy è a dir poco sopravvalutata) di omaggiare il meta-cinematografico film di Craven, Fabula è un contenitore di citazioni più o meno riuscite, tra le quali risalta ovviamente l'omaggio sincero a Dario Argento (narrativamente NonHoSonno, musicalmente Profondo rosso). L'indagine portata avanti dal protagonista è in debito anche con Manhunter (Michael Mann, 1986), mentre il rinvenimento dei filmini girati in Super 8 ricorda indubbiamente Sinister (Scott Derrickson, 2012). Tutto questo, per dire che Frison ha una formazione, se non altro da fan, del cinema horror. Però per scrivere, girare e interpretare un film non è sufficiente la passione.
Non basta essere un appassionato di cinema. Fabula infatti soffre dei difetti ormai consolidati nelle opere prime (ma anche seconde, terze e quarte) di molti "registi" (ma anche produttori, attori e sceneggiatori) italiani che, senza budget e probabilmente nessuna formazione, vogliono comunque dire la loro in campo horror. Anche in passato si giravano film con pochi mezzi e meno tempo: Freda e Bava hanno realizzato I vampiri (1957) quasi per gioco. Ma quello è un vero film: con scenografie, attori e dialoghi che lo rendono superiore alla media di prodotti realizzati con capitali ben maggiori. Fabula, anche se lo avessero potuto girare con milioni di dollari, sarebbe invece cambiato di poco. Non funziona la storia, la sceneggiatura è incredibilmente prolissa, le interpretazioni davvero amatoriali. Per quei dieci minuti suggestivi durante i quali vediamo il "predatore" colpire, ne restano 120 inconcludenti. La passione è una cosa, la professionalità purtroppo un'altra. E dispiace, quando un film batte bandiera tricolore, scriverne in questi termini ma la simpatia per l'operazione deve essere separata da una sincera presa di posizione, altrimenti la decadenza del cinema italiano non avrà mai fine. Fabula è il classico prodotto indie girato da amici per amici, non certo un film da offrire in streaming su una piattaforma. Quanti, non conoscenti dei coinvolti alla lavorazione, riusciranno a guardarlo per intero?
"Perché si raccontano fiabe ai bambini? Perché rappresentano uno dei più bei giochi che bambini e adulti possano giocare insieme. Un gioco che non ha bisogno di oggetti (giocattoli) o di spazi (il cortile, il bosco) per essere svolto. Si sta seduti. Si gioca con le parole, con la mente, con le immagini, con i sentimenti."
(Gianni Rodari)
Trailer
F.P. 20/08/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 130'37")
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