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American Beauty

Regia di Sam Mendes vedi scheda film

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La recensione su American Beauty

di fayValentine
10 stelle

"Probabilmente non avete la minima idea di quello che sto dicendo, ma un giorno ce l'avrete".

Queste le parole conclusive del protagonista Lester/Kevin Spacey al termine del racconto della sua storia.

Mi hanno colpita perché la prima volta che ho visto questo fantastico film (ai tempi del liceo), non mi ha fatto lo stesso effetto di oggi. Allora, anche se non me ne rendevo conto, guardavo il film con l'apatia egoistica di Jany, "un'adolescente abbastanza tipica: arrabbiata, insicura, confusa...", come pensa Lester, suo padre; una ragazza che non vuole sentire i "piagnistei" della mamma, perché non può neanche immaginare che un giorno si troverà nella stessa situazione. Riuscivo a cogliere la bellezza, ma non la tragedia della vita.

Rivedendolo oggi, a tratti empatizzo per Lester (che vuole la sua rivincita), a tratti per Caroline sua moglie (terrorizzata dall'insuccesso), a tratti provo pena per il represso colonello vicino di casa, continuando ad invidiare la condizione di Ricky, il figlio del colonnello, "un'anomalia nel sistema": adolescente anche lui, ma atipico. Il rigore e la follia del padre lo hanno fatto maturare in fretta, Ricky rappresenta l'illuminazione, la saggezza, la sensibilità, la sicurezza. Lui sa cogliere già da tempo il sublime miscuglio, il legame indissolubile, di bellezza e tragedia nella vita e ha raggiunto un distacco stoico che gli permette di agire sempre con equilibrio. Lui è la finzione cinematografica di questo film, gli altri sono i personaggi strappati alla vita reale.

American Beauty è il bignami delle "storie di vita vissuta", una versione americana e cinematografica delle Epistolae ad Lucilium. Con attente riflessioni e spulciando le vicende dei personaggi, invita a cogliere la bellezza, e quando possibile la felicità, celate oltre la malinconia del vivere quotidiano, per trovare la spinta di andare avanti addirittura con entusiasmo; sulle note di una colonna sonora minimalista pluricitata negli anni a venire e cavalcando l'onda della piogga di rose che è subito entrata di diritto nell'immaginario collettivo e nella storia della cinematografia.

 

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