Regia di Martin Bourboulon vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
"Non sono altro che un uomo con un sogno più grande di lui".
Dall'alto del suo ufficio che ancora oggi è possibile scorgere sulla sommità della celebre torre, Gustave Eiffel domina con lo sguardo tutta la capitale e la sua mente torna al momento travagliatissimo dei tre anni dedicati alla costruzione del monumento francese più noto al mondo.
Ma ancora prima, cronologicamente, il suo pensiero rincorre la sua travagliata vita amorosa, che lo vide amante corrisposto ma osteggiato dalle regole di casta, nei confronti della bella e nobile Adrienne.
Tanto da instillare nello spettatore che la lettera a cui inevitabilmente rimanda il ciclopico ed avveniristico monumento, non sia proprio a lei ispirato, dedicato, votato.
Ma la vicissitudini complessa e a prima vista impossibile inerente la costruzione della torre, con le geniali intuizioni dell'estroso ingegnere in un'epoca dominata dal ferro e suoi derivati, promotori dell'apice della rivoluzione industriale che coincide proprio con i natali professionali del geniale costruttore, meritava di essere più approfondita nel film di Martin Boirboulon, che invece decide di darsi al polpettone sentimentale, ibridando il biopic dei particolari privati de Eiffel.
Una vita privata effettivamente piuttosto tribolata sentimentalmente, ma con particolari che nel film paiono tutti travisati rispetto anche solo ad una superficiale informazione ottenuta scorrendo Wikipedia.
Ne deriva davvero un polpettone che, nonostante la buona volontà del bravo Romain Duris, si svilisce sulla telenovela personale del suo amore perduto e ritrovato, ma ugualmente impossibile.
Peccato perché le dinamiche anche solo tecniche di costruzione della torre rendono qualche sequenza piuttosto emozionante.
Ci sarebbe visto tuttavia un'altra direzione di ben altro polso, per affrontare degnamente una epopea di vita e lavoro del genere.
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