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Rest Stop

Regia di John Shiban vedi scheda film

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La recensione su Rest Stop

di undying
4 stelle

Mediocre thriller destinato all'home video, ricolmo di tensione confusamente sparsa. Malamente ispirato da pellicole contemporanee tipo "Radio Killer" (John Dahl, 2001) e "Wolf Creek" (Greg McLean, 2005).

 

locandina

Rest Stop (2006): locandina

 

Per seguire il fidanzato Jess (Joseph George), la giovane Nicole (Jaimie Alexander) fugge di casa. I due ragazzi partono in automobile e lasciano alle loro spalle il Texas, intenzionati a raggiungere Los Angeles, méta alla quali sono diretti con l'intenzione di farsi ospitate dal cugino di Jess. Durante il viaggio, mentre attraversano la California, Nicole chiede di fare una sosta per espletare un bisogno fisiologico.  L'occasione si presenta quando incrociano "Rest Stop", un parco naturale (apparentemente abbandonato) e al tempo stesso area di sosta con pubblici servizi. Mentre i due sono separati un misterioso individuo, alla guida di un pick-up precedentemente incrociato per strada, rapisce Jess. In un primo momento Nicole crede di essere stata abbandonata dal suo compagno, ma quando una lunga serie di volantini su ragazze scomparse, esposti nell'area, attira la sua attenzione, si rende conto di essere finita al centro delle attenzioni di un folle serial killer, radicato a quel territorio isolato e apparentemente abbandonato.

 

Jaimie Alexander

Rest Stop (2006): Jaimie Alexander

 

Produttore e sceneggiatore con interessanti pregressi che vanno da X-Files (episodi e film) a Star Trek, passando per Supernatural, John Shiban sceglie di spingersi oltre, diventando - per così dire - un autore a tutti gli effetti: scrive, produce e dirige uno strano horror che mette assieme suggestioni da alcuni classici tipo Twin Peaks (per la presenza di una famiglia disfunzionale che vive a Rest Stop in un camper, muta testimone degli avvenimenti, composta da genitori ossessionati dalla religione, due figli gemelli autistici e un altro deforme) o Radio Killer (l'assassino si muove su un enorme fuori strada con il quale perseguita le vittime), ad altri più recenti, ad esempio Wolf Creek (l'anonimo villain agisce in un territorio isolato, sfruttando gli enormi spazi all'aperto, colpendo occasionali viaggiatori in sosta a Rest Stop). Girato con un budget da b-movie, il film ha perlomeno un paio di pregi: una fotografia sgranata e naturalista (adatta al basso profilo del racconto) e la presenza di un'attrice (Jaimie Alexander) che non rifiuta di rimuovere i vestiti, prodigandosi in una scena di sesso con il suo compagno sull'auto in sosta (tema, quello del nudo, praticamente rimosso dalla maggior parte della cinematografia horror post-Duemila). Il resto è un racconto ripetitivo e privo di logica, che offre la protagonista alle prese con fantasmi (forzatura alla storia non approfondita) e personaggi secondari a dir poco improponibili (il poliziotto e il suo interminabile, irreale, dialogo strappalacrime, tenuto in punto di morte con Nicole).

 

Jaimie Alexander

Rest Stop (2006): Jaimie Alexander

 

Per animare un pò la vicenda ormai avvilita da un caos narrativo che non procede, espressa tramite una brutta cinematografia, Shiban si butta sullo splatter ma lo fa con pochi mezzi (pertanto male), tanto che a distanza di 17 anni dalla realizzazione i mediocri effetti speciali mostrano tutti i loro limiti. Tuttavia, pur se girato direttamente in video per il video, Rest Stop al tempo dell'uscita ottiene un certo apprezzamento da parte del pubblico, tanto che a distanza di un paio d'anni avrà un fedele sequel, prodotto e scritto da Shiban ma diretto da Shawn Papazian. Shiban resterà attivo solo ed esclusivamente per il piccolo schermo, più che altro come produttore e sceneggiatore dirigendo in via eccezionale alcuni episodi di serie televisive (Breaking Bad - Reazioni collateraliBetter Call SaulNOS4A2Scream: la serie). Rest Stop rimane dunque un thriller lento, prevedibile, mal scritto, peggio diretto e modestamente interpretato. Uno dei tanti, incalcolabili, prodotti amatoriali che allungano la nutrita lista di horror dimenticabili e, di fatto, dimenticati anche dai fan dell'epoca. Tra le produzioni/sceneggiature di Shiban è da segnalare anche l'inguardabile The Lab, film televisivo del 2004 giunto direttamente in home video anche in Italia, forse il punto più basso della deludente carriera registica di Marcus Nispel. 

 

Jaimie Alexander

Rest Stop (2006): Jaimie Alexander

 

"Peccato che i delitti meglio eseguiti, i delitti perfetti, insomma, siano rimasti privi di firma; e che gli autori in cambio d'una banale impunità abbiano perso la gloria."

(Gesualdo Bufalino)

 

Trailer

 

F.P. 12/08/2023 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 85'18")

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