Regia di Hugh Wilson vedi scheda film
I titoli di testa scorrono sulle foto in bianco e nero, sugli articoli, sugli slogan dell’America anni ‘60, terrorizzata dall’atomica. Guerra Fredda e scontro ideologico caldo, i missili a Cuba e le lezioni di sopravvivenza post-bomba, american way of life e edilizia sotterranea, drink e Kennedy, in Tv. In una sera buia e agitata del 1962, mentre un aereo precipita sulla loro casetta unifamiliare con giardino, i Webber, un marito geniale e ossessionato e una moglie incinta e simile alle casalinghe televisive, si rinchiudono in un lussuoso e spazioso bunker e restano con il loro bambino, Adam, reclusi per trentacinque anni. Un frammento della cultura e della società statunitensi diventano un reperto archeologico, mentre Los Angeles, in superficie, cambia e decade. Arriva il giorno in cui il giovane Adam dovrà uscire dal rifugio per incontrare la sua Eve. Ogni parola, vestito, canzone, considerazione sulla vita, abitudini, slang, mezzo di trasporto è fonte di equivoci e gaffe. Passato prossimo e presente scatenano una reazione a catena meno esplosiva delle premesse narrative. L’aspetto romantico del film è molto banale e poco riuscito. Il cast (soprattutto Walken, Fraser e Spacek) è molto interessante.
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