Regia di Alejandro Agresti vedi scheda film
Un film figlio della sua terra, ha il sapore della letteratura e dell’aria che tira in quei luoghi del Sud America. Il surreale si presta bene a questa storia che deve volare leggera, e che prende spunto dal film di Tornatore, rielaborandolo e facendolo suo. Una storia anche allegra, ma con una vena di malinconia che avvolge la realtà dell’ultimo paese felice; non dimentichiamo che la storia si svolge negli anni ’70 e siamo in pieno regime in Argentina.
Il finale ci fa lampeggiare un guizzo di speranza.
La storia di Seledad, che per un caso capita in paese sperduto della Patagonia, dove aspettano come la manna i rimasugli delle pellicole che hanno girato prima per tutto il paese.Gli abitanti si accontentano degli spezzoni montati anche male,tanta è la voglia di fantasia cienematografica. La ragazza troverà l’amore in un cinefilo convinto, ma abbonderà il paese insieme al suo compagno, quando arriverà la Tv a distruggere il cinema.
Attore grandissimo francese, che sa scegliere fra il cinema quello che più lo stimola, una bella interpretazione in linea con il film
Ruolo simpatico e coerente con il film
Angela Molina qui non devastata come in altri ruoli e come per incanto rinasce la sua bellezza. Interprete di razza che meriterebbe molto di più dal cinema con un volto come il suo e la sua bravura; in certi tratti ricorda la nostra Anna Magnani, anche se sono contrario a certi paragoni che non portano a niente, ma qui la cosa viene spontanea.
Attrice freschissima che ricorda un po’ Amelie.
Regia fra le migliori, di questo regista che spesso non ha convinto.
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