Regia di Lee Daniels vedi scheda film
Superficiale biopic che intinge nei colori dell'impegno sociale la vita di Billie Holiday senza fare impregnare la pellicola del senso di riscatto che la cantante dovrebbe avere. Importante per ricordare chi era Billie Holiday, ma deludente. Andra Day bravissima.
Trovo difficile riuscire a dare un voto a questo film perché non è da bocciare del tutto, ma sembra non funzionare. Partiamo dall'attrice che impersona Billie Holiday, Andra Day. È bravissima e dà tutta se stessa per riportarci la passione, il dolore, l'ineluttabilità del destino e la violenza della protagonista. Interpreta molto bene le canzoni, ma non sembra arrivare in fondo. Certo non si può dare la colpa a lei, ma piuttosto alla sceneggiatura che risulta essere superficiale, banale, piatta, ripetitiva e sterotipata. Canzoni sul palco, droga fuori dal palco, ma in fondo che cosa muove tutto questo dolore? Un racconto banale di un passato doloroso che non coinvolge nel dolore lo spettatore. Billie è sempre stralunata e non sembra essere in grado di fare un discorso profondo. Si impunta su una canzone,ma non emerge quanto l'abbia fatta sua e all of me come nei più banali film glamour continua a risuonare in sottofondo. Billie Holiday condannata alla banalità dell'amore e sfruttata per parlare di impegno civile senza però portare in scena l'origine e il contenuto di quell'impegno. Peccato perché tra tanti biopic questo avrebbe avuto davvero tanto da raccontare e invece si perde una grande occasione e si banalizza scadendo nello stereotipo. Meglio riprendersi le vecchie registrazioni e far parlare la voce di Billie Holiday nelle proprie interpretazioni.
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