Regia di Lee Daniels vedi scheda film
AL CINEMA
"Cantare è il dono che fa al suo mondo. Non fa male a nessuno tranne che a se stessa."
Non si sta parlando di eroi né supereroi, ma di persone apparentemente qualunque, a cui una dote naturale conferisce un dono che si trascina dietro sciagure e problematiche difficili da risolvere.
Billie Holiday divenne una delel cantanti più apprezzate e dotate del panorama musicale jazzistico, ma il suo rapporto con il successo e la gestione della propria popolarità, la condussero verso un baratro senza via d'uscita.
Negli Usa razzisti ed intransigenti della seconda metà degli anni '30, la giovane cantante di colore che diverrà Billie Holiday, si esibiva già con successo al Café Society, uno dei rari locali in cui neri e bianchi potevano condividere lo stesso tavolo, o sedere uno accanto all'altro.
La sera in cui decide di cantare una canzone scritta dal poeta e scrittore Abel Meeropol dal titolo Strange fruit, dal coraggioso testo contro gli episodi di linciaggio che ancora a quei tempi si accanivano sugli abitanti di colore, per Billie Holiday iniziano i guai e la sfida contro un mondo benpensante che si trincera dietro l'intolleranza e l'ingiustizia, per far valere diritti acquisiti arbitrariamente, ed altrettanto barbaramente negati ai discendenti degli africani prelevati a forza dalla terra d'origine per essere sfruttati e mandati a morire di stenti e fatiche in una terra straniera sconosciuta ed ostile.
"Non mi piace il silenzio. Fa troppo rumore, non è vero?"
Billie poi non riesce a elaborare la tragedia che fu la sua vita da ragazzina, con la violenza subita da bambina, e la tossicodipendenza entro cui sprofonda per rifuggire una realtà sempre e costantemente disgustosa e impregnata di pregiudizi e disparità di trattamento.
Il film diretto dal volenteroso ed un po' scolastico Lee Daniels (sue le regie di The Butler con Forest Whitaker e The paperboy, con la torrida coppia Nicole Kidman e Zac Efron) ripercorre le spesso drammatiche tappe di una vita di grandezze e di lancinanti sofferenze: la vita di una diva dalla voce potente e perfetta, morta quarantaquattrenne nel 1959 ma destinata a restare nella memoria come uno dei miti più puri della musica jazz e del panorama musicale mondiale.
Più che nelle sue doti tecniche, il biopic convince soprattutto per la convincente interpretazione offerta dalla cantante Andra Day, che per la parte si è aggiudicata il prestigioso Golden Globe come Migliore Attrice Protagonista.
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